Massimo Cacciari è critico verso il mondo intero. E c’è da dire che a rileggere le sue analisi e le sue previsioni non sempre ci azzecca. E adesso commenta la scissione M5s e le conseguenze.
Per lui era ovvio che sarebbe passata la risoluzione sull’invio di armi in Ucraina, «come era ovvio che non si sarebbe aperta nessuna crisi, anche se da oggi il governo Draghi è ancora più scassato» dice .
Secondo l’ex sindaco di Venezia, tuttavia, l’esecutivo non cadrà prima delle elezioni: «I partiti non hanno neanche gli occhi per piangere, figuriamoci se possono abbandonare questa nave. Noto però che l’idea del campo largo dopo il voto di ieri è andata in frantumi. Renzi, Calenda, Conte, Di Maio. Ognuno per conto suo. Restano solo cocci».
Quella di Conte «era tutta manfrina, una lotta di posizionamento e niente più. Una polemica fasulla. Il tentativo di darsi un’identità nell’attesa di prossime prove» aggiunge. Ieri i Cinque Stelle «hanno sancito la loro morte politica».
Il Parlamento italiano «è debole, debolissimo. Rappresentato da pseudo-partiti incapaci di qualunque soluzione e tanto meno di prospettiva strategica. Fa solo scenette».
Quella fra Conte e Di Maio, non è «niente più che una guerra intestina» osserva il filosofo, che consiglia a Letta di lasciare stare «questa idea del campo largo. Gli assemblaggi non si fanno con i cocci degli altri. E si faccia una ragione di quello che è davvero, cioè «il partito che garantisce il governo. Il partito che il 40-50% degli italiani vuole perché assicura il rancio ottimo e abbondante di cui si ciba. Quegli italiani che non vogliono crisi, avventure o casini».
Per quanto riguarda invece Giorgia Meloni, «la leader di Fratelli d’Italia è intelligente – commenta – ma deve rendersi conto anche lei che l’Europa non l’accetterà mai».