“Sono convinto che sia un’operazione di potere ma che sia un’operazione da tanti ampiamente prevista perché ampiamente prevedibile. Perché il Movimento si era trasformato da tempo in un campo di battaglia fra forze contrapposte che volevano assumere la leadership, se non formale, quanto meno sostanziale. Io sono convinto che questa fase ultima debba preoccupare tanto chi pensava di poter sostituire alla leadership di Luigi Di Maio un’altra leadership”. Così il senatore Nicola Morra (ex pentastellato ora al Misto) intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia TV all’indomani della scissione del M5S.
“Non voglio essere maestro ma andiamo a controllare i numeri di coloro che hanno seguito Luigi DI Maio, andiamo a verificare se siano di più alla Camera o al Senato, scopriremo che, o per prossimità relazionale o perché eletti in Campania, sono tanti quelli che provengono da quelle filiere che Luigi ha messo in atto quando, per esempio, ha deciso le candidature nei collegi uninominali”.
“Non voglio – prosegue – entrare in polemiche con i colleghi della forza politica grazie alla quale sono stato eletto, ma credo di essere stato tra i primi a denunciare alcune involuzioni, derive all’interno del M5S. Non in questa legislatura bensì a partire dal 2014/2015. Quando il Movimento ha perso quella caratteristica di compartecipazione per cui unico fra le forze politiche veniva guidato da un organismo collegiale, il direttorio. Poi poco alla volta ha accettato la subalternazione al capo politico con l’estromissione di fatto dei meetup dal mondo che doveva fornire linfa vitale al Movimento stesso”. Si è diventato insomma “altro rispetto a quello che si doveva essere. Questo perché il sistema ha preso le misure del Movimento, l’ha ingabbiato e poi l’ha intrappolato”.