Due ‘figli’ di Berlusconi che sono arrivati al lancio degli stracci: Giorgio Mulè e Giovanni Toti, sono polemicamente rivali. Poi l’uscita del governatore ligure da Forza Italia, la nascita dei suoi movimenti e le crescenti tensioni con tutti gli alleati, i rapporti con il senatore azzurro catapultato in Liguria da Berlusconi sono peggiorati. Fino a oggi, quando le parole hanno superato un limite e sono scadute nel body shaming, come ha denunciato Toti dopo che Mulè lo ha definito un «Di Battista sovrappeso».
Una intervista al Secolo XIX di Mulè ha avviato stamani la polemica. Poiché Toti sta con Draghi e quindi dalla parte del Pd, addio centrodestra: «Abbiamo perso il conto dei partiti che fonda Toti – dice Mule’ -. Per questo non viene invitato ai vertici del centrodestra. Ora se fa un accordo con la sinistra viene meno l’appoggio del centrodestra in Liguria». Il governatore legge e replica: «4-4-2-1? non è la formazione di Oronzo Canà, sono gli ultimi risultati di Forza Italia alle elezioni regionali in Liguria, alle comunali di Genova, La Spezia e Savona. Con questi numeri capisco che l’onorevole Mulè abbia fretta di andare a votare! Giorgio, cercati un collegio vah? che per il contributo che hai dato ti abbiamo mantenuto abbastanza. E lascia tranquilli i liguri, che di guai gliene avete già combinati a sufficienza!».
L’ex amico si aspettava una replica politica e ci resta male. E sbanda: «Per Giovanni Toti solo molta pena e nulla più. Il guaio è che, poverino, vive da tempo di livore. Non avendo argomenti dispensa rancore a piene mani nei confronti di chiunque? sembra un Di Battista un po’ sovrappeso. Si prova solo molta pena e nulla più».
Toti chiude con l’ironia. «Ormai siamo arrivati al body shaming? Aspetto con ansia le prossime opinioni politiche dell’onorevole Mulè. Visto il livello, sono indeciso tra «Ciccio bomba cannoniere» e «Non mi hai fatto niente faccia di serpente».
Ma il botta e risposta non trova pace «Giova’? il body shaming è cosa seria: non ti allargare (non è body shaming!). E vista la linea di Dibba, la tua (non fisica!) e quella di alcuni tuoi compagni confermo: parlate la stessa lingua. Biforcuta. Ooops: sarà body shaming anche questo? W la Liguria!».
Le critiche a Mulè
Italia al centro fa quadrato intorno al suo presidente. La senatrice Mariarosaria Rossi attcca Mule’ sull’aspetto fisico: «Non spicca per bella presenza» e il partito in una nota gli dice: »«Avesse impiegato più tempo a dedicarsi al suo territorio piuttosto che a mantenersi in forma forse l’onorevole Mule’ non avrebbe bisogno di trasformare in insulto nei confronti del presidente Toti la sua comprensibile sindrome da panico elettorale. Se il metro di giudizio dei cittadini saranno il suo operato e i risultati del suo partito, dal 26 settembre avrà parecchio tempo per il jogging?».
Storia finita? Macché. Ecco che si inserisce sarcastico anche Di Battista citato ad esempio «magro» da Mule’: «questi soggetti litigano sempre per ragioni legate alla politica politicante. Si scaldano per questioni di potere, candidature, collegi. Sarebbe bello vederli arrabbiati per ingiustizie, disuguaglianze, problemi dei cittadini. Ma sono fatti così i professionisti della politica. Il bello è che – sottolinea Dibba – per insultarsi usano il mio nome. Quanto mi piace stare sui coglioni a certa gente!».