A destra Berlusconi-Salvini contro Meloni ma nel centro-sinistra regnano ancora caos e divisioni
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A destra Berlusconi-Salvini contro Meloni ma nel centro-sinistra regnano ancora caos e divisioni

Al momento il segretario del Pd ha chiuso solo con Roberto Speranza (3 seggi sicuri per il ministro, Fornaro e Maria Cecilia Guerra più 3 di fascia B per Leu) e con Luigi Di Maio che potrebbe portare in dote anche l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti

A destra Berlusconi-Salvini contro Meloni ma nel centro-sinistra regnano ancora caos e divisioni
Enrico Letta e Giorgia Meloni
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27 Luglio 2022 - 15.50


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Grande è la confusione sotto il cielo ma la situazione non è eccellente. 

I partiti sono arrivati alle elezioni anticipate in un quadro di totale sfilacciamento dei rapporti , e doverlo ricomporre in pochi giorni certamente non aiuta. 

Problemi quindi da tutte le parti, il centrodestra  ad esempio è scosso da una guerra nucleare in corso tra Berlusconi e Salvini da una parte e Giorgia Meloni dall’altra. 

I primi vogliono che il premier sia indicato da un’assemblea degli eletti (dove sperano che la somma di Fi e Lega sia superiore a quella di Fdi) la Meloni risponde pretendendo il 55% dei collegi uninominali. 

Il centrosinistra naturalmente non può essere da meno. Al momento il segretario del Pd ha chiuso solo con Roberto Speranza (3 seggi sicuri per il ministro, Fornaro e Maria Cecilia Guerra più 3 di fascia B per Leu) e con Luigi Di Maio che potrebbe portare in dote anche l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti

Un po’ poco per cominciare una partita che i sondaggi (si veda le rilevazioni dell’Istituto Cattaneo che sono pur più clementi di quella di You Trend) per usare un eufemismo descrivono come in salita. 

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Letta,  assicura il suo inner circle, avrebbe comunque la certezza di avere dalla sua Emma Bonino e Più Europa, a prescindere da come vada con Calenda. 

Ed è proprio il leader di Azione che potrebbe in un certo senso determinare la partita interna al centrosinistra. 

Se andrà da solo (come pretendono la maggior parte dei suoi azionisti) perdendo la protezione di Più Europa, sarebbe costretto a raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni. Proibitivo. In quel caso, sarebbe costretto a fare un accordo con Matteo Renzi e determinare così l’avvio dell’ agognato terzo polo, con l’esposizione di una vera e propria stella del circuito mediatico: Mara Carfagna. 

Un problema non di poco conto per il segretario del Pd, che andrebbe così allo scontro del ‘secolo’ con Giorgia Meloni, con un’alleanza molto scarna e completamente spostata a sinistra, con la sola eccezione di Emma Bonino.

In più peserebbe il messaggio indiretto agli elettori: un quadro così frammentato sulla scheda elettorale comunicherebbe più di mille comizi il senso di una resa annunciata alla destra. 

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I giochi comunque sono del tutto ed ancora aperti, nessuno ha ancora deciso, e nel Pd esiste un’area, uguale e contraria a quella di Bettini, Orlando e Provenzano, composta da Bonaccini, Nardella, Guerini, Marcucci, che spinge ancora per un accordo ampio con Calenda e Renzi.

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