È stata ospite fissa dei talk show e adesso qualcuno ha fatto il suo nome. «In queste elezioni assolutamente non mi candiderò ma mi occuperò del progetto di Santoro. Io ho aderito all’iniziativa del teatro Ghione `Pace proibita´ e a partire da lì ho partecipato agli incontri successivi. Non si tratta di fondare un partito, serve invece partire dalla realtà politica che viviamo. Ovvero: abbiamo gran parte del Paese che si asterrà e in alcuni sondaggi si mette in evidenza che le persone con il reddito più basso saranno quelle ad astenersi di più. Un dato che deve far riflettere: Quale sarà il nostro ruolo? Dobbiamo farci strumento della società civile, di tutti coloro che in questo frangente non sentono di essere rappresentati e coinvolti».
Lo ha detto a professoressa Donatella Di Cesare, saggista e filosofa, sostenitrice sin dall’inizio del progetto di Michele Santoro.
La politica per Di Cesare è ormai troppo «lontana dalle esistenza delle persone». «`Pace proibita´ nasce proprio dal tema della guerra che in queste prime battute di campagna è stato abbastanza dimenticato – ha sottolineato la filosofa – le ripercussioni e degli effetti che noi avremo derivano da questa guerra e dalle scelte politiche, una gran parte di questo paese avrà difficoltà ad accettare gli effetti che non tarderanno a farsi sentire e che acuiranno divisione sociale e disuguaglianze».
Sui Dem Di Cesare è netta: «ormai è un partito di centro. E lo si vede anche dalle alleanze elettorali: si sono lasciati indietro tutto quello che è la sinistra». Mentre Di Cesare dice di condividere l’apertura a Conte. «Ora si ha una destra molto forte e un centro iper rappresentato che risponde alle esigenze delle élite -spiega- Ci vuole una sinistra che dica no alla guerra, che affronti la questione meridionale, l’occupazione, e si occupi dei giovani».
Argomenti: Elezioni