Enrico Letta prova a tenere insieme i suoi alleati, che al momento non fanno altro che lanciarsi provocazioni via twitter rischiando di lacerare un’intesa già precaria di suo. In un’intervista a Il Messaggero, il segretario dem ha spiegato come si potrebbe restare insieme pur conservando le proprie identità.
“Mi criticano perché da giorni vado in giro da una parte all’altra per provare a tenere unito il centrosinistra. Ma questa legge elettorale, che è la peggiore della storia, ci obbliga a stare insieme. Ed è un mio dovere quindi fare di tutto, perché io so cos’è la destra di Meloni e so cos’è la destra di Salvini. Se – periodo ipotetico dell’impossibilità – vincessero, il governo italiano sposterebbe il proprio asse in Europa per allinearsi con Polonia e Ungheria. Il Paese sarebbe in mano alle destre contrarie ai diritti civili”, osserva.
Di fronte a questo pericolo, la coalizione larga è necessaria, anche con le inevitabili differenze programmatiche: “Nel patto infatti c’è scritto autonomia programmatica, ci sono questioni sulle quali possono esserci posizioni diverse. Non è che su tutti i temi i deve essere d’accordo su tutto. Il patto tra noi e Calenda non è il patto tutti: quello è il punto sul quale su alcuni temi abbiamo trovato un’intesa con Azione e +Europa”
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