L’Ulivo fu «una alleanza plurale a tempo indeterminato con un progetto scritto da tutti assieme attorno a un solo tavolo attraverso un lavoro durato mesi. A 50 giorni dal voto siamo invece ancora in un cantiere aperto».
Per Arturo Parisi, fondatore dell’alleanza che portò il centrosinistra alla vittoria nel 1996, «anche se ci sono fasi nelle quali le ore valgono giorni, sostituire all’improvviso, ormai all’altare, il partner definito traditore con un suo rivale dichiarato non è cosa da poco. Parlo di Conte e di Calenda», dice in un’intervista a QN.
Inoltre, l’Ulivo aveva un leader forte: «Questa è un’altra importante differenza tra le due esperienze. Prodi fu allora un riferimento di tutta la coalizione senza un proprio partito. Letta si trova invece a fare anche la parte che fu allora di D’Alema».
«Se il centrosinistra ha investito finora sulla sua maggiore unità e sulla qualità politica, il centrodestra scommette ancora una volta sulle sue divisioni, sulla capacità di raccogliere voti gli uni contro gli altri. – rileva – Solo che un tempo le divisioni erano coperte da Berlusconi. Dopo che lui ha ripiegato sulla sola difesa dei suoi interessi, il successo del centrodestra è affidato al duello tra Salvini e Meloni»
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