Immaginate uno come Trump al Quirinale al posto di Mattarella? E con quali poteri? «La democrazia può essere di due tipi: decidente (dove decidere significa separare) o deliberante, dove le parti si confrontano, cercano una mediazione e infine una sintesi. Il presidenzialismo spinge verso una democrazia decidente, il parlamentarismo verso una democrazia deliberante, in cui il confronto non è tra nemici, ma tra diversi».
Lo spiega in un’intervista alla Stampa il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky: «Estremizzando: il presidenzialismo rischia di fondarsi sull’odio – precisa – Il parlamentarismo mira alla comprensione. In Italia il pericolo dell’odio non può essere sottovalutato. Sono proprio due modelli alternativi».
Parlando della bufera scoppiata dopo le dichiarazioni di Berlusconi che ha invocato le dimissioni di Mattarella nel caso passasse la riforma sul presidenzialismo, spiega: «Berlusconi ha detto `sarebbe necessario´, ma non è affatto necessario – afferma – Le cariche costituzionali hanno una loro durata e se si fanno delle riforme queste entrano in vigore alle scadenze naturali». E prosegue: «Sarebbe necessario implica una necessità oggettiva che in realtà non c’è. Altra cosa è immaginare che Mattarella possa autonomamente decidere di lasciare per scelta propria, magari per agevolare la transizione in condizioni di serenità. Ma nessuno dovrebbe condizionare queste sue decisioni eventuali».
Parlando invece dell’appello lanciato da Liliana Segre a Giorgia Meloni, affinché togliesse la fiamma dal simbolo, il costituzionalista sostiene che «la fiamma è un simbolo e i simboli sono dei segni che chiamano a raccolta. In questo caso il punto politico e culturale è duplice: chi è chiamato a raccogliere quel simbolo? E intorno a che cosa? Il simbolo di per sé non è decisivo. Decisivo è ciò che vuole rappresentare».
Secondo Zagrebelsky «eliminare la fiamma non basta se non si elimina ciò che contiene. Meloni ci dica con chi sta e chi sta con lei. Orban, Vox, Le Pen, sono questi i suoi alleati? È necessario capirlo, per avere un’idea della sua offerta politica e se la sua conversione rispetto al fascismo, storico o perenne che sia, è una cosa seria».