Il sindacato dei medici ha criticato ancora, duramente, l’indifferenza della politica verso la grave crisi in qui si trova il sistema sanitario nazionale. Quante volte compaiono le parole medico e ospedale nei programmi elettorali dei partiti in corsa alle elezioni politiche? – si chiede il presidente del Cimo-Fesmed Guido Quici in un’intervista all’AdnKronos. Zero.
“È evidentemente caduto nel vuoto l’appello che la Federazione, un paio di settimane fa, aveva rivolto ai partiti e alle coalizioni: c’è amarezza, delusione e rabbia”.
Il sindacato dei medici aveva chiesto di inserire nei programmi elettorali “proposte concrete e realistiche” in grado di superare i problemi del Servizio sanitario nazionale. Invece, spiega Cimo-Fesmed, i capitoli dedicati alla tutela della salute risultano in buona parte superficiali, demagogici e talmente inconsistenti da risultare irrealizzabili”.
“Nessun cenno alla necessità di aumentare i posti letto, i Livelli essenziali di assistenza (Lea) non vengono mai citati, nessuna soluzione alla crisi dei Pronto soccorso (se non la promessa di `incentivi´ da parte del Movimento 5 Stelle), qualche impegno ad abbattere le liste d’attesa ma senza prevedere soluzioni innovative che possano realmente superare un problema grave che il Paese si trascina da anni”, elencano i rappresentanti dei camici bianchi.
Così come risulta essere “pari quasi a zero lo spazio riservato a medici e ospedali, senza alcun cenno alle condizioni di lavoro massacranti per tutto il personale sanitario”.
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