Il fan di Putin e Bolsonaro, oltre ad essere ammiratore del golpista mancato Donald Trump opra tenta di rifarsi una verginità internazionale sposando as tappetino le posizioni della destra oltranzista israeliana. Alla destra della destra di Netanyahu e di quella parte di Israele che ritiene giusta e normale la sopraffazione di Israele,
Matteo Salvini parla al giornale Israel Hayom (che lo definisce «buon amico di Israele»), attacca duramente – si legge in una nota – «l’antisemitismo anti-israeliano della sinistra italiana», spiega che nell’Italia di oggi non esiste una «minaccia fascista», conferma la sua promessa di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.
Con il voto del 25 settembre, spiega Salvini, l’Italia non avrà un governo di destra, piuttosto «direi un governo di buon senso, coerente e concreto, che mette al centro il lavoro, la sicurezza, lo sviluppo, il merito, le tradizioni». «Premetto che io non mi sento `di destra´ e la Lega non è `di destra´, abbiamo a cuore il bene dell’Italia ma parliamo a tutti, tanto che siamo il partito più votato dalle operaie e dagli operai. Il centrodestra come squadra è maggioranza nel Paese ma non nelle redazioni dei grandi giornali e nel mainstream di certa intellighenzia di sinistra che ha tendenzialmente una visione intollerante e poco democratica, concepisce chi non condivide i suoi valori come un nemico da abbattere non come un avversario con cui confrontarsi».
«Del resto – dice ancora il leader della Lega – molti giornalisti che stavano con la sinistra estrema sono finiti a dirigere giornali o nelle principali redazioni. Per parte nostra abbiamo già governato il Paese, è oggettivamente ridicolo lanciare allarmi infondati. Piuttosto, credo che all’estero debbano guardare con preoccupazione al fatto che il Pd aveva candidato, addirittura come capilista, personaggi che hanno scritto insulti vergognosi contro Israele e il suo diritto a esistere e a difendersi. Come ha dichiarato un intellettuale come Paolo Mieli, in una recente intervista al quotidiano italiano `Libero´ non si tratta di casi isolati, ma di una atteggiamento molto diffuso all’interno del Pd in cui, cito Mieli, `comanda ancora un nucleo che ha le proprie radici culturali nella storia e negli ideali della rivoluzione d’ottobre´. E sempre Mieli: il partito di fatto non ha seguito Letta, `perché permane l’antica diffidenza verso gli Stati Uniti. Come quella verso Israele´. Un’altra intellettuale e giornalista, Fiamma Nirenstein, su il Giornale ha denunciato `l’uso dell’antisemitismo antisraeliano come arma di consenso´ della sinistra e ha ricordato che l’esponente del Pd Boldrini, ex presidente della Camera dei Deputati, `ha invitato alla Camera Mohamed Ahmed al Tayyeb, l’Imam che invoca la distruzione di Israele´. Sono indignato e preoccupato».
«Sono poi orgoglioso di ricordare che, da leader della Lega, ho promosso in Senato un incontro sull’antisemitismo per denunciare quello che è un vero e proprio scandalo del nostro tempo: su questo tema siamo attenti, non abbassiamo la guardia e nessuno ne parla più di noi», sottolinea Salvini.
«Credo che nel 2022 non abbia senso parlare di `allarme fascismo´, è il tema che la sinistra italiana tira fuori a ogni elezione contro tutti gli avversari che rischiano di sbarrarle la strada. Siamo e rimarremo un Paese democratico, nessuna nostalgia di un passato di violenza che, per fortuna, non ritornerà».
Il leader leghista, quindi, assicura: «La vittoria della Lega e del centrodestra sarà la migliore garanzia affinché gli odiatori di Israele, come quelli che il Pd aveva candidato, siano messi in condizione di non influenzare il governo italiano. Voglio piuttosto rilanciare: contro chi coltiva ancora un antisemitismo strisciante dobbiamo piuttosto riscoprire il contributo importante che ha dato l’ebraismo alla storia italiana e più in generale alla cultura europea. Chi è nemico di Israele, in Italia, in Europa e nel mondo, è nemico della libertà, della democrazia e del sottoscritto».
Tra le altre cose, Salvini aggiunge: «L’Europa sta vivendo una drammatica crisi legata ai costi dell’energia, è quindi necessario – anche per avere valide alternative a Mosca – riprendere in mano il progetto EastMed-Poseidon, un gasdotto di circa 2mila km per collegare Italia e Israele».
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