Le ambiguità di Salvini sulla Russia sono non solo evidenti ma perfino imbarazzanti. «Ogni volta che Salvini dice una cosa, il giorno dopo il Cremlino interviene per avallare. Il gioco è così grave che la Meloni non sa come districarsi perché il rischio vero non è solo per l’Italia ma anche per lei».
Lo dice Pier Ferdinando Casini intervenendo ad un dibattito sulla politica estera con Bruno Tabacci (Cd).
«Io – spiega Casini – non sono iscritto al Pd. Sono candidato nel centrosinistra e penso in tutta coscienza che sia un partito che ha fatto una scelta fondamentale: in questi anni ha scelto l’Italia anche quando gli è costato dei voti. E lo ha fatto fino all’ultimo, fino a quando i M5S hanno maturato la pensione e hanno fatto cadere Draghi. Stiamo costruendo il castello di errori ed orrori su cui pagheremo duramente. Per questo la battaglia è importante e mai come oggi si gioca sulle questioni internazionali».
«Sono convinto – conclude – che il tema sia solo la democrazia. Non è che Putin temesse che la Nato arrivasse in Ucraina. Putin, con gli atti che coerentemente ha posto in essere in 15 anni ha dimostrato che per lui è incompatibile ai bordi della Russia l’esistenza della democrazia: non può accettarlo».
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