Un programma reazionario, oscurantista dove non c’è spazio per umanità e diritti civili ma tutto è racchiuso nell’interpretazione reazionaria di Dio, patria e famiglia, ossia regione come esclusione di chi religioso non è, nazionalismo e società arcaica e tradizionale.
Contrastare la denatalità, al primo punto del programma di FdI, piena applicazione della legge 194, anche attraverso più risorse ai centri per la vita. Poi, aggiornamento del Pnrr, una diversa politica europea e internazionale sui flussi migratori, con la conferma del blocco navale. Infine, il presidenzialismo, «madre di tutte le riforme».
Giorgia Meloni, in un’intervista ad Avvenire, affronta diversi temi illustrando la sua idea di Paese. E innanzitutto garantisce: «Non faremo governi arcobaleno».
Perché, spiega, «Le larghe intese non hanno prodotto nulla di buono, solo soldi spesi a pioggia, compromessi al ribasso e ingovernabilità. FdI è sempre stata contraria ai governi arcobaleno e non cambierà idea ora».
Spiega Meloni: «L’Italia sta vivendo un periodo difficile e ci aspettano mesi complicati. Ma per affrontarli serve un governo coeso, sostenuto da un forte mandato popolare e che abbia un programma chiaro e una visione del mondo definita. E questo può essere garantito solo da Fratelli d’Italia e da una coalizione, quella di centrodestra, composta da partiti che stanno insieme per convinzione e perché hanno idee compatibili, non perché hanno come unico obiettivo quello di impedire all’avversario di governare».
La leader di FdI rivendica: «Siamo persone serie e responsabili, anche sul piano internazionale. Sono altri che dovrebbero chiarire la loro posizione e perché si dicono atlantisti e poi si alleano con i nostalgici dell’Urss». Ovviamente non si capisce chi siano i nostalgici dell’Urss che lei dovrebbe chiamare con nome e cognome. In questi decenni nessuno a sinistra ha candidato i nipoti di Stalin o Brezneviane. Mentre Fratelli D’Italia con i discendenti di quel criminale di guerra e dittatore chiamato Benito Mussolini ha fatto cassetta.
E la stessa Giorgia Meloni con la sua supercazzola sul fascismo ha convinto solo Calenda (che nell’antifascismo vede un ostacolo ai suoi piani, non perché sia scemo) ma non ha mai detto che Benito Mussolini – chiamandolo per nome e cognome – fosse un dittatore criminale e che il fascismo (come ha detto Mattarella) non ebbe meriti.
Quanto al Pnrr, «nessuno ha mai detto di volerlo mettere in discussione, ma di valutare un aggiornamento di quello esistente. Il Pnrr è una grande occasione e non va sprecata. Occorre accelerarne l’attuazione, perché molti interventi sono in ritardo».
Natalità e famiglia sono «il primo punto del nostro programma perché se non torniamo a produrre `Pil demografico´ l’Italia è destinata a scomparire. Serve un piano imponente, anche sul fronte culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità». Ossia l’idea reazionaria e liberticida di usare gli strumenti dei governo per imporre agli italiani una idea di società.
Sul fronte immigrazione, «chiediamo una missione europea, di concerto con le autorità del Nord Africa, che serva a fermare le partenze e bloccare la tratta di essere umani». Infine, Meloni rilancia il presidenzialismo, «la madre di tutte le riforme perché consentirebbe agli italiani di sapere un minuto dopo le elezioni chi governa, assicurerebbe stabilità e maggiore autorevolezza.
Siamo ovviamente disposti a ragionare con tutti sulle varie formule», e «la Bicamerale potrebbe essere uno strumento in più per raggiungere questo obiettivo e discutere di tutte le riforme», strumento però che serve solo «se gli altri partiti hanno voglia di discutere, mentre la sinistra per ora si è trincerata dietro le barricate».
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