Pierluigi Bersani, leader di Articolo Uno, non parla mai a vanvera. L’ex segretario del Pd, che nella serata di ieri era in Piemonte, ha parlato dell’improbabile alleanza di destra in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. Le sue parole suonano come una sentenza.
«Quelli della destra dopo essersi insultati per anni adesso, in quattro e quattr’otto, hanno fatto una bella ammucchiata in funzione elettorale; e dico ammucchiata a ragion veduta: mi direte mica che si sono uniti? Tanta gente dice: ma sì, proviamo a votare la Meloni, ne abbiamo provate tante… A questa gente dico: Occhio a dove mettete la croce, perché la croce sarete poi voi a portarla».
Poi sulle prospettive della sinistra: «Occorre – ha detto – un nuovo progetto politico di una sinistra che governi e che tenga ben presente che l’eccesso di diseguaglianza è una zavorra per l’economia e per la democrazia: se c’è qualcuno che non mangia significa che stiamo male tutti».
«E non dobbiamo dimenticare – ha proseguito – la centralità del lavoro, che è il presidio della democrazia. Quando rapirono Moro la gente si riversò nelle piazze grazie ai sindacati e non ai partiti». Sul tema della riforma fiscale, Bersani ha proposto di rispondere alla «flat tax» con un sistema fiscale «progressivo come avviene in Germania». E sull’ambiente, dice che va affrontato ma senza mai dimenticare l’aspetto sociale. «Facile dire puntiamo tutto sull’elettrico, ma se c’è gente che ha una macchina vecchia di 25 anni vuol dire che non può permettersene una nuova. Va tutto riprogettato».
A proposito del «caro bollette» Bersani ha richiamato la necessità di «mettere un tetto sul prezzo del gas e dire basta a questa «borsetta» di Amsterdam». La conclusione è stata riservata ancora ad una stoccata a Giorgia Meloni. «Lei – ha detto Bersani – ha sempre rifiutato il 25 aprile. Ma se dovesse vincere, non dovrà forse giurare sulla Costituzione che è nata, o sbaglio, dalla lotta partigiana e dal 25 aprile?».
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