Sicuramente a Bruxelles vedono l’ex missina e si mettono paura, Perché la politica di battere i pugni sul tavolo non funziona e mentre si vuole dare la linea a Francia e Germania poi si finisce a fare la compagnia a Orban.
«Vogliamo un’Italia che conti di più in Europa». Lo dice la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, intervistata da Le Figaro. Nell’intervista, anticipata sul sito del quotidiano francese, Meloni dice di aspettarsi molto dall’Europa e dalla Francia, pur mettendo in chiaro che non accetterà “nessuna subordinazione o posizione di inferiorità”.
Secondo la presidente di Fdi «serve un approccio europeo per affrontare le conseguenze della guerra, a cominciare dal tetto del prezzo del gas e dal disaccoppiamento del prezzo del gas e dell’elettricità». Meloni si dice anche «preoccupata» per «i ritardi, che riguarderanno famiglie e imprese».
«L’Unione Europea deve anche svolgere un ruolo di primo piano nel ripristino degli approvvigionamenti di grano dall’Ucraina e, nel medio termine, deve rimuovere i vincoli ambientali che limitano la produzione agricola europea. Infine, per quanto riguarda l’immigrazione, deve proteggere le sue frontiere esterne», prosegue la leader di Fratelli d’Italia illustrando il suo programma.
La polemica con Salvini
Giorgia Meloni si fa sentire con Matteo Salvini, si dice sorpresa per alcune posizioni prese dal leader leghista, “sempre più polemico con me che con gli avversari”. La leader di Fdi concede un’intervista al Tg di La7 e fa riferimento alle parole di Salvini sullo scostamento di bilancio. La leader di Fdi concede un’intervista al Tg di La7 e fa riferimento alle parole di Salvini sullo scostamento di bilancio. “Mi domando perché Letta e Meloni chiedono di aspettare l’Europa” aveva detto il leader leghista a L’Aria che tira, su La7.
“Io ho spiegato – ha detto Meloni – perché lo scostamento di bilancio per risolvere il problema delle bollette è una soluzione che va ponderata. Il prezzo del gas aumenta perché i grandi player al mercato di Amsterdam decidono di far salire il prezzo del gas. Ora se non fermiamo la speculazione con il tetto al prezzo del gas o con il disaccoppiamento, 30 miliardi non bastano, ne servono 50 e sono soldi con cui indebitiamo i nostri figli e regaliamo agli speculatori. Io ci penso prima di fare una cosa del genere”.
Oltretutto, prosegue Meloni “credo che non sia giusto affermare che stiamo aspettando l’Europa, perché io dico che l’Italia può fare subito il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia che abbasserebbe il prezzo delle bollette. E’ una soluzione che ho spiegato cento volte e la polemica mi sembra pretestuosa”.
Meloni ha parlato poi dei toni moderati con cui si sta presentando in campagna elettorale. “Se chiedi ad uno di sinistra se Meloni è fascista loro rispondono di no, perché non è sostenibile. Un partito che ha fatto le battaglie per la libertà di parola, di pensiero, di lavoro, di impresa è difficile affermare che voglia portare un regime. Poi le persone normali senza paraocchi, dicono che può piacere o meno ma non è il mostro che vogliono descrivere” ha detto la leader di Fdi. “Io credo – ha proseguito -di essere stata il soggetto in questa campagna elettorale che sia stata passata più ai raggi X. Sono andati a prendere le dichiarazioni di quando ero ragazzina”. Meloni ha convenuto che “erano meno moderate di quelle di oggi” come ha detto Enrico Mentana: “Nella vita si evolve, si cresce, si matura. Non capisco perché questo valga per gli altri e non per me. Non capisco perchè per loro non si deve parlare di Urss, che è finita 30 anni fa, e invece si deve parlare del fascismo che è caduto 70 anni fa”.
Fdi è oggi il partito favorito alle elezioni “perché non ha mai preso scorciatoie in passato” ed ora “è considerato affidabile” per questo. “Non è frutto degli ultimi mesi o degli ultimi quattro anni” ha detto. Meloni ha spiegato che le difficoltà iniziali dipendevano dal fatto che quando Fdi era “al limite delle soglie di sbarramento”, gli elettori spesso non ci votavano in base al principio del voto utile. “Io dicevo sarà più difficile arrivare al 5% che da lì al 15%”. Dopo il 6% alle ultime europee, ha proseguito ” è tornato indietro il lavoro fatto negli precedenti, è stato un lavoro lungo. Sicuramente noi non abbiamo mai preso delle scorciatoie e io sapevo che anche quello avrebbe pagato: in politica tutto paga. Se dici una cosa e cambi idea se lo ricordano, se vai al governo tanto per esserci poi te lo fanno pagare. Noi non abbiamo preso scorciatoie, abbiamo pagato e oggi siamo considerati affidabili”
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