Matteo Salvini, quello delle giravolte, ora sembra pronto a fare dietro front su Putin e le sanzioni. Nei giorni scorsi il capo della Lega si era sentito chiamato in causa per la battuta di Draghi sui ‘pupazzi prezzolati’ al servizio della Russia (che commentava il report dei servizi americani sui soldi pagati dalla Russia a uomini e partiti politici di vari paesi) e aveva minacciato querele.
Ma nello stesso tempo, come d’incanto, dopo aver tuonato per settimane contro le sanzioni alla Russia spiegando che erano dannose all’Italia, dopo aver tentato una tragi-comica missione di pace così poco super partes da essere concordata con l’ambasciata russa in Italia e con biglietti aerei pagati dalla Russia (salvo poi essere rimborsati dalla Lega) ora Salvini dice che Putin non gli piace più e che le sanzioni devono andare avanti.
Insomma l’ennesimo cambio di casacca di quello che politicamente si può definire il re dei trasformisti.
In un’intervista a Bloomberg spiega di aver davvero cambiato pensiero su Putin, nonostante da più parti giungano le accusa di essere filo-russo. “Il mio problema è come garantire che le industrie italiane sopravvivano nei prossimi mesi con l’aumento delle bollette energetiche” spiega il leader della Lega riferendosi alle sanzioni su cui spesso ha espresso dubbi. “Se la valanga inizia, quando entreremo al governo saremmo solo in grado di gestirne le conseguenze” aggiunge.
Adesso, secondo Salvini, il Paese che fa paura è la Cina. “Per il prossimo futuro la Cina è il nostro principale competitor”, evidenzia , “dobbiamo temerla perché non è una democrazia ed è pronta ad invadere il mercato europeo con i propri prodotti e merci, a cominciare dall’industria automobilistica con il nuovo trend dell’elettrificazione”. Salvini rassicura gli investitori su un possibile governo di destra, nota Bloomberg, dicendo che sarà stabile e unito indipendentemente da quale partito prevarrà all’interno della coalizione.
Stamattina ancora: «Noi abbiamo sempre votato in Italia e in Europa tutti gli interventi a favore dell’Ucraina, sanzioni comprese. Io chiedo solo, come chiedono ormai gli economisti di tutto il mondo Stanno servendo le sanzioni a fermare la guerra?´ Ci avevano assicurato che nell’arco di qualche giorno avrebbero messo in ginocchio la Russia e fermato la guerra. Siamo al settimo mese di guerra, stanno mettendo in ginocchio la Russia o mettendo in difficoltà i lavoratori italiani? Semplicemente non vorrei che a pagare le sanzioni che dovevano mettere in ginocchio la Russia siano i lavoratori italiani».
«Chiedo semplicemente che l’Europa, che impone le sanzioni che abbiamo votato, protegga lavoratori e imprenditori», aggiunge. Se andremo al governo, sulle sanzioni, chiarisce Salvini, «continueremo a fare quello che abbiamo fatto, però proteggendo i lavoratori italiani. L’Europa che impone le sanzioni è la stessa Europa che deve proteggere le imprese e i lavoratori. Come durante il Covid».
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