Nel sottotitolo della prima è scritto ‘La postfascista Giorgia Meloni può vincere le elezioni in Italia con l’aiuto degli amici di Putin – Questo avrebbe conseguenze estreme per noi’.
Il reportage su Meloni a pagina 22 del settimanale di orientamento progressista, in uscita domani in edicola, apre con una foto sorridente della leader di FdI ma un ulteriore duro titolo ‘Veleno biondo – Si presenta come cristiana, moderna e innocua. Allo stesso tempo Giorgia Meloni vuole trasformare l’Italia in uno stato autoritario, se vincerà le elezioni’.
L’articolo, scritto da Luisa Brandl e Andrea Ritter, parla di una leader che affronta temi sociali e si presenta con efficacia sui palchi in Italia, raccogliendo ampi consensi, ma Meloni avrebbe ultimamente omesso i suoi temi caratteristici come il “blocco marittimo contro i rifugiati”, “l’Europa delle patrie che vuole promuovere con il suo grande modello di riferimento Orbán” e “le tirate contro la lobby LGBT”. Nell’articolo viene aggiunto che “Meloni dice di essere cristiana, ma questo non significa necessariamente che le piaccia andare in chiesa.
Sostiene gruppi ultraconservatori che, in nome di Dio, si mobilitano contro il diritto all’aborto e le famiglie ‘non naturali'”. Sulla Russia, scrive Stern, “sia Berlusconi che Salvini curano legami con il Cremlino. Attraverso di loro, Putin avrebbe per la prima volta alleati nel governo di un Paese dell’Europa occidentale e con il loro aiuto potrebbe destabilizzare l’Unione”.
Stern scrive anche che “nel 2020 Meloni ha diffuso false notizie sul coronavirus e ha twittato che l’Ue beneficerebbe dalla pandemia, senza spiegare esattamente come”. Sul piano della politica estera, secondo l’articolo, “molto lascia intendere che Meloni avrà un approccio pragmatico a livello europeo, per garantire che Bruxelles continui a inviare denaro a Roma”, ma i problemi per l’Ue e l’euro sarebbero in agguato e “la paura per l’Italia ‘bambino speciale’ è tornata”, anche a causa dei piani di Matteo Salvini.
Nel reportage di Stern parla anche il deputato FdI Fabio Rampelli, che spiega: “Sapevo che se avessimo portato avanti questa donna (Meloni), sarebbe stato chiaro che la destra italiana non ha più nulla a che fare con il fascismo degli anni ’20”. Rampelli, tra le altre cose, difende anche Meloni rispetto al video in cui, da giovane, parlava di Mussolini, dicendo che “è una campagna mediatica. Nessuno conosce il contesto” di quelle parole.
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