Da Aosta a Catania, passando per Milano, Torino, Roma e Cagliari c’è qualcosa che non va. Cos’è questo meccanismo che potrebbe essere tra le cause delle code e dei disagi ai seggi?
Previsto dal Rosatellum, l’attuale legge elettorale con la quale sono chiamati al voto gli italiani, il tagliando antifrode è stato introdotto per impedire il voto di scambio e l’ingresso di schede dall’esterno. Un meccanismo che era stato già sperimentato in passato, con le elezioni del 2108. Tecnicamente, il tagliando è un codice progressivo alfanumerico che viene staccato dalla scheda elettorale soltanto dopo che il cittadino ha espresso la sua preferenza.
Il presidente controlla se il numero del tagliando è lo stesso che è stato annotato prima della consegna della scheda. Solo al termine di questo controllo, la scheda può essere inserita nell’urna. Dal canto loro, gli elettori, prima di inserire la scheda, devono controllare che quel tagliano sia staccato altrimenti, in fase di scrutinio, quella scheda stessa sarà considerata ‘non anomina’ e verrà annullata. Il tagliando antifrode è previsto dall’articolo 58 della legge ed è descritto nell’articolo della legge 361 del 1957 (il testo unico delle leggi in materia elettorale), aggiornata dalla legge 3 novembre 2017, n. 165, appunto il Rosatellum.
L’elettore, secondo quanto previsto, consegna al presidente del seggio, al termine delle operazioni di voto, scheda chiusa e la matita. Il presidente “verifica l’identità” della scheda “esaminando la firma e il bollo, e confrontando il numero scritto sull’appendice con quello scritto sulla lista”. Tocca sempre al presidente staccare il tagliando dalla scheda, “seguendo la linea tratteggiata”, “controlla che il numero progressivo sia lo stesso annotato prima della consegna e, successivamente, pone la scheda senza tagliando nell’urna”.
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