Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, è tra i nomi papabili per la segreteria del Pd. In un’intervista al Corriere della Sera, Bonaccini ha stilato le priorità che secondo lui dovranno essere affrontate nelle prossime settimane.
“O cambiamo profondamente o bruceremo in fretta anche il prossimo segretario. Serve una leadership ma serve anche un partito. Il problema non è di forma o di ruoli, ma di sostanza. Iniziamo per esempio col dire che nel gruppo dirigente servono molti più amministratori locali, donne e uomini, spesso giovani, che ogni giorno devono dare risposte ai cittadini sui problemi reali e che in questi anni hanno tenuto in piedi con il loro lavoro silenzioso il partito: non possiamo più tenerli in panchina”.
«Siamo arrivati alle elezioni -denuncia- senza un progetto forte per l’Italia e senza un’alleanza all’altezza della sfida, nonostante tutti gli sforzi fatti da Letta. Lo certifica il voto dei cittadini. Bisogna ricostruire dalle fondamenta. Sì, va avviata una rigenerazione profonda. Quando facemmo il Pd con Veltroni, 15 anni fa, avevamo l’obiettivo di raccogliere un largo consenso per cambiare la società e renderla più giusta, più moderna e sostenibile, che facesse spazio ai giovani e non discriminasse le donne. E invece abbiamo quasi sempre perso pur governando. Non è una sconfitta contingente. Io non rinnego nulla ma adesso bisogna tirare una riga».
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