Carlo Calenda è onnipresente, è in ogni discussione, in ogni polemica o litigio social. In molti, a sinistra, lo hanno accusato di aver favorito la vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni del 25 settembre, ma lui tira dritto. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex Pd ha indicato la via al nuovo esecutivo.
«Dobbiamo occuparci dello tsunami che sta arrivando. I tassi stanno schizzando in alto, i costi dell’energia rimarranno alti per molto tempo e richiederanno interventi in deficit. L’inflazione sta colpendo i salari e le pensioni e dal prossimo anno saremo in recessione. Abbiamo davanti la congiuntura peggiore dal dopoguerra».
«Se fosse al posto di Giorgia Meloni, Calenda farebbe «un piano di protezione del Paese in cinque punti», partendo da «rassicurare i mercati cancellando le promesse folli di Salvini e Berlusconi sulle pensioni, sulla flat tax e sul raddoppio del reddito di cittadinanza». Per l’ex ministro «dobbiamo chiarire subito all’Ue che andremo avanti con le riforme, senza rinegoziazioni. Bisogna intervenire sulle bollette, disaccoppiando rinnovabili e gas, realizzando subito il rigassificatore di Piombino e le altre opere strategiche. Poi salario minimo a 9 euro, formazione e collocamento dei percettori del reddito e dare la possibilità di pagare una mensilità in più ai lavoratori, detassata e recuperata al 50% con credito d’imposta».
Su questi punti «siamo disposti a dialogare con il governo». Calenda assicura inoltre che lui e Renzi non andrebbero in soccorso di un governo Meloni, in caso di bisogno: «Salvini farà campagna elettorale dentro il governo contro Meloni. E Berlusconi farà il putiniano di complemento. Sarà un esecutivo fragile e conflittuale». Mentre il Pd «è destinato all’abbraccio col M5S. Ci saranno tre poli in Italia. La destra sovranista, la sinistra populista e noi, il centro, che daremo rappresentanza ai liberali, ai riformisti e ai popolari».
Azione farà «una federazione con Italia viva e apriremo un processo costituente per arrivare a un partito unico entro le Europee. A +Europa e a Cottarelli dico: «Venite subito a lavorare con noi».
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