Altro che Dio, Patria, Famiglia: la destra vince sul sociale, il campo abbandonato dalla sinistra
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Altro che Dio, Patria, Famiglia: la destra vince sul sociale, il campo abbandonato dalla sinistra

Secondo Haaretz è il malessere sociale che la premier in pectore, la più a destra nella storia dell’Italia repubblicana dopo Benito Mussolini, ha saputo cavalcare,

Altro che Dio, Patria, Famiglia: la destra vince sul sociale, il campo abbandonato dalla sinistra
Giorgia Meloni
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

4 Ottobre 2022 - 19.31


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Altro che Dio, Patria e Famiglia. La vittoria di Giorgia Meloni affonda le sue radici in una enorme “Questione sociale” che la sinistra non ha saputo aggredire e il governo Draghi portare a soluzione. E’ il malessere sociale che la premier in pectore, la più a destra nella storia dell’Italia repubblicana dopo Benito Mussolini, ha saputo cavalcare, con parole d’ordine certo populiste ma sicuramente efficaci sul piano del consenso elettorale. 

A darne conto, è una interessante analisi su Haaretz a firma Yoana Gonen.

Scrive Goren: “Sì alle famiglie naturali, no alla lobby LGBT, sì all’identità sessuale, no all’ideologia gender, sì alla cultura della vita, no all’abisso della morte”. Così ha dichiarato Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia. Chiunque segua i gruppi della destra populista conosce il testo. Come molti leader fascisti prima di lei, anche la Meloni è salita al potere sulle ali di una crisi economica, e ha fatto capitale politico incanalando il disagio dei cittadini nell’odio verso le minoranze (soprattutto LGBTQ e immigrati).


Ciò che è stato più sorprendente è leggere cliché quasi identici su Haaretz, e da una persona che si identifica come di sinistra, Uri Misgav. “L’Occidente liberale sta gradualmente perdendo la voglia di vivere… [Gli studenti] si sono concentrati quasi esclusivamente su questioni di genere e identità queer, erano più interessati all’identità sessuale che alla sessualità. … Interi quartieri delle città europee e americane sono soggetti al terrore della criminalità e del dominio delle bande”. (29 settembre).

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In un articolo che suona come un discorso particolarmente estremo della Meloni, Misgav sostiene che l’ascesa del fascismo in Italia e in Israele è una reazione all’auto-giustizia della sinistra – un termine vago in cui getta ogni lotta che lo mette a disagio o che gli chiede qualche cambiamento, dal vegetarianismo e dalle battaglie per il clima, alla preoccupazione per l’identità di genere e il monitoraggio dello status, fino alla cancellazione dei fuochi d’artificio a beneficio delle vittime di PTSD. Se Misgav si fosse preso la briga di informarsi sulle elezioni in Italia, probabilmente sarebbe rimasto stupito nello scoprire che Roma non è un campus della California e che non c’è alcun legame tra la sua collezione di termini e il successo dell’estrema destra in quel Paese. Alexander Stille, uno dei più importanti commentatori della politica italiana, ha spiegato sulla rivista The New Yorker che lo sfondo dell’ascesa della Meloni è una combinazione di debito nazionale, alta disoccupazione e inflazione.
La crisi economica ha suscitato la rabbia contro il governo di Mario Draghi. Stille aggiunge che la Meloni ha avuto successo grazie alla “rottura verso il centro”, che le ha permesso di rubare voti ai partiti di destra più moderati (per l’informazione del lettore Itamar Ben Gvir).

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Stille e altri esperti – ok, tranne Misgav – non menzionano le persone LGBTQ, i vegetariani o il “ghetto dei PC” come cause dell’ascesa del fascismo in Italia. Chi invece condivide l’opinione di Misgav è la stessa Meloni, che la sbandiera non come interpretazione ma come manipolazione. “La cosa più radicale che ha fatto è stata attaccare la comunità LGBTQ ed enfatizzare le forme tradizionali di identità”, osserva Stille. “Sembra che la sua passione sia proprio questa”. (L’Italia è quasi all’ultimo posto tra i Paesi dell’Unione Europea in termini di diritti LGBTQ).


La tattica è tratta dalla Guida per il fascista principiante: Individuare capri espiatori per unire il pubblico contro di loro e distogliere l’attenzione dai problemi reali. Se questo suona familiare, è perché la stessa manipolazione è servita ai precedenti leader che incolpavano gli ebrei per le crisi economiche e sociali in Europa. È un peccato che negli anni Trenta non ci fossero le ragazze transgender e la cultura dell’annullamento. Sarebbe stato interessante ascoltare il pensiero di Hitler sull’argomento.

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L’articolo di Misgav è l’immagine speculare della campagna d’odio della Meloni. Secondo lui, la colpa del rafforzamento dell’estrema destra, in Italia come in Israele, non è da attribuire al crollo dell’economia, alla delusione per l’attuale governo, ai politici che alimentano l’odio verso le minoranze o – è solo un’idea – alle persone che votano per i partiti fascisti. Perché combatterli tutti quando possiamo unirci a loro segnalando il pericolo delle persone LGBTQ, degli immigrati e delle femministe? È necessaria una grande dose di cattiveria, o almeno di insensibilità, per incolpare la vittima del successo politico dei suoi oppressori. Permettetemi di offrire una spiegazione alternativa: Il fascismo si sta rafforzando e sempre più persone si bevono le sue manipolazioni piene di odio. Alcuni di loro sono persino giornalisti di sinistra”.

Una lezione che viene da Israele.

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