Un governo nero-nero e reazionario che porterà l’Italian indietro ma non sarà facile nemmeno per loro. Alla fine, nonostante le tensioni tra Meloni e Berlusconi, «il governo si farà per forza», ma il rischio è che «risulti troppo debole per affrontare le sfide che ha di fronte».
Lo afferma Pierferdinando Casini eletto nelle liste del Pd osservando che non aveva mai visto una «partenza da brividi» di questo tipo in 40 anni di Parlamento e 11 legislature. È convinto che «il governo lo faranno, perché nessuno di loro ha alternative».
Aggiunge però che «il fatto che, senza nemmeno aver ricevuto l’incarico, la premier in pectore già faccia aleggiare la minaccia di un ritorno al voto, perché messa sotto scacco dagli alleati, è un inedito nella storia della Repubblica e dice tutto», come «anche la disputa sulla presenza di ministri tecnici, con i nomi più autorevoli che declinano l’offerta, è il segnale di una complessiva debolezza dell’impianto».
Sui nuovi presidenti delle Camere Casini rileva che «per la prima volta alla Camera e al Senato sono stati eletti due presidenti marcatamente di destra», aggiungendo che Lorenzo Fontana «deve al più presto chiarire la sua posizione sulla guerra tra Russia e Ucraina, non può fare finta di niente».
Alle opposizioni, «più impegnate a litigare tra loro che a costruire non dico un’alternativa», propone «almeno una concertazione», perché «qui siamo ancora intrappolati negli scontri da campagna elettorale: un atteggiamento ridicolo e un grande regalo a Meloni»