Nel governo Meloni, sono diversi i senatori della maggioranza che aspirano a incarichi istituzionali, come quelli di viceministro o sottesegretario. Una questione che potrebbe mettere in difficoltà l’azione di governo. Ne ha parlato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, in un’intervista al Corriere della Sera.
«Abbiamo espresso la nostra preoccupazione agli alleati. Stiamo cercando un equilibrio. Non è facile. Tutti hanno l’ambizione, qualcuno ha anche il merito, ma non basta. Dal Senato è più difficile distaccare persone al governo. È una questione di numeri. I candidati sono una quindicina. Ma la maggioranza ha 115 senatori, 106 dopo la nomina di 9 ministri, meno 15 ci avvicineremmo pericolosamente alla soglia critica di 90-91. L’opposizione ne ha 85. Non possiamo essere appesi ai senatori a vita».
«Non ci hanno eletto per fare turismo. Non è automatico che chi è nominato non voti. Ma è ovvio che serva un bilanciamento con i deputati. Siamo una squadra che deve essere leale. Chiunque si discostasse da questo tradirebbe la fiducia e credo che ne pagherebbe un prezzo altissimo», sottolinea il ministro in merito a eventuali fibrillazioni nella maggioranza.
«La decretazione d’urgenza è stata la cifra dei governi precedenti. Difendo il Parlamento. Ma sulla Finanziaria ancora non so quali saranno i tempi. Dipenderà dall’opposizione», afferma Ciriani, che ricorda: «Noi non abbiamo impedito provvedimenti importanti. Non mi aspetto che il Pd faccia un’opposizione patriottica. Mi basterebbe non pregiudiziale».
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