Eugenia Roccella è tra i ministri più contestati del nuovo governo Meloni. Ex attivista femminista, Roccella è diventata negli anni una ultra conservatrice, contraria all’aborto e ai diritti basilari per la comunità omosessuale. Ora che è ministra della Famiglia, Natalità e Pari Opportunità, su di lei sono puntati gli occhi di tutta l’opinione pubblica. In un’intervista ad Avvenire, Eugenia Roccella ha provato a spiegare le sue “ragioni”.
“C’è il tentativo di far passare l’idea di un governo nostalgico, reazionario, e quindi di far passare le politiche demografiche come una riedizione di quelle mussoliniane per dare figli alla patria. In realtà tutti ormai sanno che la denatalità è un problema enorme, che provoca squilibri difficilmente sanabili e impedisce al Paese di crescere economicamente, ma la politica finora ha sempre adottato soluzioni spicciole, di corto respiro”.
Per Roccella l’inverno demografico che l’Italia sta attraversando nasce “soprattutto da una mancanza di libertà femminile, di pari opportunità, come Mattarella ha giustamente intuito quando ha suggerito l’accorpamento delle pari opportunità con la famiglia. Oggi le donne non sono libere di essere madri e di seguire contemporaneamente le proprie ambizioni e i propri talenti, spesso sono messe di fronte a scelte che escludono una delle due opzioni. È su questo che è necessario intervenire”.
L’assegno unico, secondo Eugenia Roccella, “è stato un importante tentativo di superare le politiche dei bonus e delle misure non strutturali. Credo sia necessario correggerlo (attualmente penalizza le famiglie numerose) – ha aggiunto – e credo che su questo si potrà trovare un consenso trasversale. Attraversiamo il momento forse più difficile della nostra storia repubblicana, con una guerra alle porte e una pesante crisi energetica, e per questo Giorgia Meloni non ha voluto fare promesse elettorali. Credo quindi che bisognerà mettere in campo soluzioni nuove e creative, non scontate, per sostenere la maternità e dare respiro alle famiglie, mantenendo la spesa pubblica sotto controllo, perché le necessità e le urgenze oggi sono tante. Ma penso che si possa fare”.
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