- Un discorso reazionario che – tanto per prendere un aspetto non secondario – sul Covid ha ha sposato le posizioni negazioniste di Trump e Bolsonaro e non solo non ha mai pronunciato la parola vaccino ma ha anche promesso che in una situazione simile si comporterebbe all’opposto. Ossia nessuna restrizione e nessuna spinta a vaccinarsi.
- Ma in questi giorni c’è una cosa a santificare Giorgia Meloni o ad amplificare alcune forme di circostanza. Prendete Cacciari. Quello di Giorgia Meloni per la fiducia alla Camera “non mi è sembrato proprio” un discorso identitario, ma anzi “un discorso prudente che ha messo in fila la lista delle cose che ogni governo precedente avrebbe dovuto fare, che qualche volta ha promesso di fare, e che nessuno è mai riuscito a realizzare”.
- È la valutazione del filosofo Massimo Cacciari.
“Mi immaginavo che Giorgia Meloni avrebbe molto insistito su questo punto ed è logico che lo abbia fatto. È giustamente orgogliosa di essere arrivata dove altre donne prima di lei non erano riuscite ad arrivare e del significato simbolico di questa svolta” ha aggiunto riferendosi al fatto che Meloni sia il primo presidente del Consiglio donna.
Per Cacciari non si deve però attribuire a questo un significato straordinario: “È una leadership, quella di Meloni, che si è consolidata in un piccolo partito per anni relegato all’opposizione e che è diventata leadership nazionale per il dissolversi del sistema politico precedente” ha continuato.
“Tra i tanti problemucci che ha il principale partito della sinistra, il Pd, c`è anche quello di non essere riuscito a indicare una donna nella composizione del governo Draghi. Ci fu una rivolta. Era il febbraio dello scorso anno. È un fatto che anche su questo punto il centrosinistra è rimasto fermo al palo” ha proseguito Cacciari.
“Non è stato un discorso di destra. Mi è sembrato un discorso che voleva rassicurare tutti, in Italia come in Europa. Posto che anche Meloni ha capito di avere la strada in parte segnata e che con il nostro livello di debito non possiamo certo metterci a fare scelte opposte” ha concluso il filosofo.
Argomenti: governo meloni