Coraggio Pd: "Non basta cambiare segretario ma tutto il gruppo dirigente"
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Coraggio Pd: "Non basta cambiare segretario ma tutto il gruppo dirigente"

Brando Benifei, capogruppo Pd in Europa, ha aperto l'assemblea a Roma di `Coraggio Pd´. Riunione partecipata con molti giovani esponenti dem, molti amministratori locali, compresa la più giovane deputata, Rachele Scarpa,

Coraggio Pd: "Non basta cambiare segretario ma tutto il gruppo dirigente"
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29 Ottobre 2022 - 18.21


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Rinnovamento o una corrente in nuce che usa solo la variabile generazionale?

E soprattutto cosa deve essere il Pd: una forza progressista e si sinistra oppure una costola del liberismo ostile alla Cgil (e alla Uil) come chiedono Renzi e Calenda? Il partito dei diritti o del Jobs Act? Qualche segnale è emerso.

 «Bisogna dire le cose come stanno: noi abbiamo una classe dirigente che si ripropone incessantemente e che dopo 10 anni di governo pretende ancora di dettare l’agenda della discussione. Noi abbiamo bisogno del cambiamento della prima fila del nostro partito, non solo del segretario, altrimenti è una farsa questa costituente, questa apertura». 

Così Brando Benifei, capogruppo Pd in Europa, aprendo l’assemblea a Roma di `Coraggio Pd´. Riunione partecipata con molti giovani esponenti dem, molti amministratori locali, compresa la più giovane deputata, Rachele Scarpa, tra gli altri.

«Se non sarà una fase costituente vera, allora tanto valeva raccogliere le firme per i candidati… Noi con questo nostro impegno di oggi dare un messaggio diverso, noi vogliamo prendere sul serio la fase costituente, né troppo lunga né troppo breve, per discutere veramente. Il Pd di cui si parla come futuribile, c’è già: siamo noi e non solo. Ed è forse un partito più rinnovato e anche più battagliero».

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«Noi abbiamo visto anni di cedimenti preoccupanti. Ne cito due. Penso agli errori compiuti rispetto al Jobs act, un provvedimento che aveva dei tratti culturali assolutamente da espungere da Pd». E l’altra, «il cedimento grillino all’idea antipolitica che ci ha portato a tagliare il finanziamento ai partiti, le province, i parlamentari, abbiamo fatto di tutto su questo e abbiamo fatto male e lo dobbiamo dire. E queste sono scelte di gigantesca responsabilità di una classe dirigente che ci ha portato dove siamo oggi».

«Noi siamo il partito della sinistra riformista di governo in Italia e occorre ridiscutere il Manifesto dei Valori, lo Statuto del partito -prosegue Benifei- che sono del 2007, era un altro mondo, c’era Berlusconi e chi era contro Berlusconi, un bipartitismo che oggi non esiste più. Oggi va costruita una nuova stagione, in cui siamo opposizione». e va recuperata credibilità”.

«Ci sono anche altre opposizioni. Abbiamo da una parte Matteo Renzi che parla per tre quarti del suo intervento contro l’opposizione: una vergogna. E dall’altra Conte che dice che Meloni e Draghi non gli piacciono uguale, ma come si fa a dire una roba del genere? Non si può sentire».

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«Noi abbiamo lanciato oggi questa discussione e sicuramente l’idea è che in tutta Italia si moltiplichino momenti di confronto. Un’identità chiara e un rinnovamento radicale del gruppo dirigente che non ha più credibilità. Non è che questo sia giusto, ma è un fatto. C’è una classe dirigente screditata. E non abbiamo bisogno di convegni ma di un processo politico altrimenti meglio andare alle primarie».

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