Governo Meloni, subito una improta reazionaria. Matteo Piantedosi, nuovo ministro dell’Interno, e tutto il governo Meloni continuano a essere duramente criticati per il cosiddetto decreto Rave party, che vieta i raduni non autorizzati con pesanti pene, anche detentive. Il rischio è che una norma così vaga possa venire utilizzata anche per sgomberare le occupazioni degli studenti o dei lavoratori in protesta. Molti giuristi e costituzionalisti sono intervenuti sul tema per avvertire dei rischi di una norma così vaga, ma evidentemente il ministro dell’Interno la pensa diversamente. Peccato che negare l’evidenza sia una posizione impossibile da sostenere.
In un’intervista al Corriere della Sera, Piantedosi ha provato a difendere l’indifendibile: “Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento”. Il ministro ha commentato anche il raduno di Predappio definendolo “una pagliacciata” che si svolge sotto il controllo delle forze di polizia.
La questione dei migranti e le navi delle Ong
“Abbiamo agito fin da subito per dare un segnale immediato agli stati di bandiera – chiarisce -: non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità”.
“Al momento questi eventi rappresentano solo il 16% delle persone sbarcate in Italia. Ma poiché ci facciamo già carico del restante 84% dei migranti che arrivano sulle nostre coste, con altri mezzi o salvati da noi, auspichiamo che la tanto sbandierata solidarietà europea si realizzi. E non solo attraverso i ricollocamenti, peraltro finora sostanzialmente falliti, ma anche accettando di farsi carico dell’accoglienza di quella minima parte che sostanzialmente mette piede per la prima volta in quegli stessi Paesi europei ai quali appartengono le navi che li raccolgono in acque internazionali. Non derogheremo mai ai nostri doveri di salvataggio delle persone in mare, ma crediamo sia arrivato il momento che la solidarietà europea diventi finalmente concreta”.
“Io sono convinto che sia necessario bloccare le partenze e verificare nei Paesi di origine e di transito chi può e chi deve arrivare, assicurando un trasferimento ordinato e un vero inserimento sociale. Credo che questa azione vada accompagnata dalla programmazione e dalla offerta di adeguati ingressi legali. Sono gli Stati che devono governare i flussi di ingresso che, se regolari, servono anche al nostro Paese”.
Piantedosi ribadisce che “questo governo ha ottenuto un forte mandato elettorale dai cittadini su temi precisi. So cosa devo fare. La tutela della sicurezza è una priorità per la coalizione che ha vinto le scorse elezioni”.
Tornando sui rave party, il ministro assicura che l’obiettivo della norma è quello di “allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei anche ai fini di dissuadere l’organizzazione di tali eventi che mettono in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti. Ricordo che a Modena si ballava in un capannone pericolante e si rischiava una strage. I rave finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità. In ogni caso, la conversione dei decreti si fa in Parlamento e non sui social. In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal governo”.
E ancora, quando gli si fa notare che la manifestazione di Predappio non è stata fermata, Piantedosi mette in chiaro che si tratta di una “pagliacciata” che “io deploro nella maniera più assoluta”. Ma precisa: “Si svolge da anni senza incidenti. Posso assicurare che si segnaleranno all’autorità giudiziaria tutti gli eventuali comportamenti in violazione delle disposizioni vigenti”.
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