Il governo Meloni si è contraddistinto fin da subito per la linea dura nei confronti delle navi delle Ong, un comportamento condannato dalla Ue – che ha sottolineato come tutte le vite in mare vadano salvate, e come non ci sia differenza tra navi “normali” e quelle delle Ong. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, appena tornato da Bruxelles e dal Consiglio dei ministri degli Esteri europei, ha portato le richieste dell’Italia per affrontare insieme la questione. Tajani ne ha parlato a Il Giornale.
«Il nostro è stato un risultato politico, abbiamo posto il problema con serietà e senza polemica con nessuno. Ho trovato tutti consapevoli che la questione immigrazione è europea e c’è l’aspetto della rotta balcanica, oltre a quella del Mediterraneo, infatti ci sarà un vertice il mese prossimo a Tirana, al quale parteciperò con il ministro Crosetto. Che la situazione vada affrontata in maniera europea lo dicono il Papa, il presidente Mattarella».
«Il commissario europeo Vàrhelyi per l’allargamento e il buon vicinato ci ha dato ragione sulle nostre preoccupazioni per le Ong, sulla base della relazione di Frontex. Le Ong devono salvare vite umane e non organizzare il trasporto di immigrati clandestini. Noi siamo sempre per la solidarietà e il salvataggio di persone in mare, ma una cosa sono i naufraghi e una cosa i trafficanti che stanno dietro».
«Servono accordi internazionali, tra tutti i Paesi Ue. L’Italia ha accolto 90 mila immigrati e ne sono stati ricollocati solo 8 mila. Noi siamo il confine meridionale dell’Europa e queste persone non vogliono venire in Italia, ma per lo più andare in altri Paesi europei».
Per il ministro la reazione della Francia sulla nave Ocean Viking è stata «sproporzionata». Ora le relazioni sono più distese: «Ho avuto lunedì un incontro molto positivo con la ministra degli Esteri francese. Credo che, anche dopo la telefonata del presidente Mattarella a Macron, si sia chiusa una polemica che non aveva ragion d’essere. Noi abbiamo solo chiesto collaborazione e posto un problema di regole condivise da tutti. Questo, anche con la Germania».
Già come presidente dell’europarlamento, Tajani ha sempre sostenuto la necessità di un piano Marshall per l’Africa: «L’Europa già investe in Africa, manca però una razionalizzazione, una visione complessiva, obiettivi precisi per cambiamento climatico, pace, povertà. Noi dobbiamo avere un rapporto privilegiato con l’Africa, che avrà 3 miliardi di abitanti nel 2030 e possiede materie prime per noi importantissime. Un rapporto che non sia di sfruttamento ma di forte collaborazione, per una comune crescita. Per questo sosteniamo l’esportazione del frumento dall’Ucraina ai paesi africani che non devono essere affamati».
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