Il governo Meloni, dopo che la presidente del Consiglio è tornata in Italia dal G20 di Bali, dovrà tornare a occuparsi anche dell’incidente diplomatico con la Francia, sul caso migranti. Anche se, secondo il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, il problema non è mai esistito. L’Italia «non ha creato nessun incidente diplomatico, né con la Germania prima né con la Francia poi. Abbiamo posto un problema di rispetto delle regole. L’immigrazione si può risolvere solo a livello europeo. Ci sono due fronti: i Balcani e il Nordafrica. La questione con la Francia è chiusa».
Per affrontare il nodo migranti «il trattato di Dublino appare superato. Quindi bisogna trovare in fretta nuove regole, per coniugare accoglienza e difesa dei confini europei». Non si deve «perdere di vista la questione più ampia: la stabilità dei Balcani e dell’Africa. Le previsioni dicono che gli africani saranno tre miliardi nel 2050 e bisogna far in modo che le condizioni materiali migliorino». L’Europa «deve mettere almeno 100 miliardi, da spendere con una strategia. L’Italia deve assumere un ruolo decisivo in questo e rafforzare la nostra presenza in Nordafrica, Balcani e Sudamerica».
Venendo alla crisi del missile caduto in Polonia, «abbiamo dimostrato di avere i nervi saldi», commenta. Per la pace «è tutto in mano alla Russia, se decide di fare una de-escalation, allora si può invitare l’Ucraina a sedersi intorno a un tavolo. Tutti vogliamo la pace, ma non c’è pace senza giustizia. Questa è la linea italiana». Tuttavia per Tajani «siamo lontani dalla pace. La situazione sembrava meno tesa», ma Putin «ha deciso di lanciare centinaia di missili contro le città, anche in queste ore. In tempi brevi non vedo soluzioni positive». Rispetto al dibattito sull’invio di armi, «non abbiamo nessun problema nel coinvolgere il parlamento – sottolinea Tajani – ma l’invio è autorizzato fino alla fine dell’anno».
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