Il Partito democratico è a un bivio: dar vita ad una Costituente che sia la premessa per um cambiamento reale di un partito in crisi d’identità oppure fare subito il congresso del Pd – anche accantonando la Costituente – perché questa incertezza potrebbe provocare una implosione?
«Vedo che altri esponenti del Partito democratico stanno esprimendo adesso gli stessi dubbi sul `percorso costituente´ e congressuale che io personalmente ho già espresso quasi due mesi fa, e che purtroppo si stanno verificando in tutta la loro problematicità. Ho sostenuto da subito, peraltro insieme ad altri, che la necessità fosse quella di un confronto tra le tesi e le piattaforme proposte dai candidati alla segreteria nazionale e dove centrale fosse il cosa prima ancora che il chi, e che le liturgie umanistiche e quindi conservative fossero come buttare benzina sul fuoco della nostra crisi politica».
A rivendicarlo è Emanuele Fiano, spiegando che «pensare di stabilire prima il perimetro politico e identitario, tra l’altro attraverso un organismo, con tutto il rispetto, pletorico e poi ratificarlo dopo in modo puramente nominalistico e ancora di più, non valorizzare l’effettiva base militante, stravolgendo il rapporto tra iscritti e simpatizzanti ed elettori in una logica che ricorda tanto pratiche e metodi di altri partiti e movimenti è un errore per me gravissimo».
«Io – rileva ancora, sempre su Facebook, l’ex deputato dem – penso che siamo ancora in tempo per raddrizzare la situazione: sospendiamo il cosiddetto percorso costituente, sciogliamo il comitato per il manifesto valoriale, celebriamo le primarie, come da Statuto con candidature supportate realmente da piattaforme politiche programmatiche alternative, concentriamoci dunque sui contenuti e non sulle personalità, il tutto prima delle elezioni regionali e amministrative di metà febbraio».
«Dopo questo – propone – insieme creeremo tutti i nuovi manifesti valoriali che serviranno, costruiremo anche nelle istituzioni nazionali oltre che nella società l’alternativa al governo della destra e una vera visione di futuro che oggi ancora ci manca».