Manovra, la destra rinuncia allo scudo penale per gli evasori: esultano Pd e M5s
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Manovra, la destra rinuncia allo scudo penale per gli evasori: esultano Pd e M5s

La maggioranza aveva pronto un emendamento per far passare lo scudo penale agli evasori. Pd, M5s si erano duramente opposti

Manovra, la destra rinuncia allo scudo penale per gli evasori: esultano Pd e M5s
La Camera dei deputati
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20 Dicembre 2022 - 18.37


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Il governo Meloni ce l’ha messa tutta per favorire evasori, no-vax, ricchi e furbi. Ma purtroppo tra la propaganda e la realtà la distanza e abissale.

«Vittoria. Lo scudo penale è stato tolto. Il Pd era stato chiarissimo, avrebbe avuto una posizione di enorme rigore e rigidità. Abbiamo chiesto che venisse espunto anche per facilitare i lavori della commissione e anche per cercare di capire se questa manovra può arrivare a compimento nei tempi nonostante i ritardi che si stanno inanellando. Hanno ascoltato le opposizioni e questo e importante. Ora vediamo se la maggioranza si mette d’accordo e se il Governo ci dice quello che vuole fare».

Così la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani parlando con i cronisti a margine della commissione Bilancio.

“Di fronte alla forzatura di inserire in manovra lo scudo penale per gli evasori fiscali, avremmo avuto una posizione di grande rigore e severità” ha aggiunto Serracchiani. “Abbiamo chiesto che fosse espunto, anche per facilitare i lavori della Commissione e per cercare di capire se questa manovra può arrivare a compimento nei tempi utili, nonostante – ha concluso – i ritardi che la maggioranza sta inanellando. Sullo scudo ci hanno ascoltato e questo è importante”.

La soddisfazione di Giuseppe Conte

«Hanno capito che stiamo facendo sul serio. Questa cosa non la permetteremo». Così il presidente del Movimenti 5 stelle commentando l’emendamento sullo scudo penale.

«Questo governo il 15 dicembre ha presentato un testo di manovra di bilancio che è una presa in giro per il paese – ha detto -. Siamo al 20 dicembre e stanno ancora riscrivendo interi pezzi della manovra. La cosa più grave è che si prendono questo tempo per confezionare il kit per i furbetti dell’evasione. La ciliegina sulla torta. Non si azzardi la maggioranza a depositarlo» 

La lunga giornata

Manovra, la seduta della commissione Bilancio della Camera si è fermata alle prime luci dell’alba, dopo una non-stop di 11 ore senza che alcun emendamento sia stato approvato. Nelle ultime quattro ore i lavori sono rimasti sospesi per le trattative fra il governo e i gruppi, di maggioranza e opposizione. Gli emendamenti dei relatori, spiegano fonti parlamentari, ancora non sono stati depositati. Il presidente della commissione, Giuseppe Mangialavori, verso le 6:20 ha riaperto la seduta per annunciarne la chiusura. Alle 13 è convocato l’ufficio di presidenza, poi la commissione tornerà a riunirsi alle 14.

La discussione sugli emendamenti inclusi nel fascicolo dei segnalati è andata avanti cinque ore: ne sono stati bocciati un centinaio di Pd, M5s, Terzo polo e Avs, e ne sono stati accantonati più di 420. Non è mancata qualche scintilla fra opposizioni e maggioranza. Alle 2:30 i lavori nella Sala del Mappamondo di Montecitorio sono stati sospesi per oltre tre ore.

Fra stanchezza e nervosismo, a quel punto il governo ha avviato delle trattative, proseguite a rilento, con i vari gruppi, di maggioranza e opposizione, sulle richieste da inserire negli emendamenti dei relatori e dell’esecutivo: un complicato gioco di incastri, con tanti desiderata e poche risorse con cui garantire le coperture, poiché il fondo per le modifiche parlamentari si sarebbe ridotto a circa 200 milioni di euro. 

Intanto rischiano di allungarsi almeno di qualche ora i tempi per l’approvazione della Manovra alla Camera. Lo notano fonti di governo. L’obiettivo, viene spiegato, è chiudere l’esame in commissione oggi intorno alle 17, e in quel caso l’approdo in Aula potrebbe slittare di qualche ora al pomeriggio. A quel punto, secondo le stesse fonti, non è esclusa la richiesta di una seduta notturna in Aula a Montecitorio fra giovedì e venerdì.

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