Bonaccini: "Il Pd deve diventare un grande partito progressista da combattimento"
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Bonaccini: "Il Pd deve diventare un grande partito progressista da combattimento"

Il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini promette un partito con una nuova classe dirigente

Bonaccini: "Il Pd deve diventare un grande partito progressista da combattimento"
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27 Dicembre 2022 - 10.54


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Bonaccini è il favorito. E adesso vediamo che accadrà. «Penso che anche 5 Stelle e Terzo Polo hanno perso le elezioni, dimezzando i voti nel primo caso, avendone presi meno della metà del Pd nel secondo. Viceversa, si comportano come se le avessero vinte e, più che fare opposizione al governo della destra, attaccano il Pd. Un ottimo modo per far governare la Meloni prossimi vent’anni».

É quanto ha detto il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd, in un’intervista a `Libero´.

«Io credo che si debbano contrastare misure sbagliate e insufficienti come quelle inserite nella Finanziaria, con le quali si è tolto a molti -i più fragili – per dare a pochi, avanzando proposte alternative e avviando insieme una battaglia, in Parlamento e nel Paese, sui problemi delle persone, a partire dalla difesa della sanità pubblica», ha detto Bonaccini.

«Troppe volte il Pd è stato al governo senza aver vinto le elezioni. Ora, cinque anni all’opposizione potranno farci bene – ha detto Bonaccini – . D’altro canto, chi per anni ha fatto solo opposizione come Meloni, ora invoca l’aiuto dell’Europa e predica prudenza e moderazione ai propri alleati. Evidentemente non era poi tutto così facile».

«Io voglio ripartire dal Pd, le alleanze verranno dopo – ha aggiunto Bonaccini – . Al Paese serve un’alternativa e non potrà mai avere come baricentro né M5S né una forza moderata come il Terzo polo. Serve, al contrario, un grande partito progressista e riformista, popolare e non populista, forte e da combattimento. E poi presenteremo un nuovo gruppo dirigente, che non nasce da correnti ormai morte, ma dal territorio, dagli amministratori locali, dalle competenze esterne ai partiti: è il momento di sparigliare per aprire un nuovo corso».

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