Primarie anche online, sì o no? Il Partito democratico si divide: Elly Schlein (che ne guadagnerebbe vista la sua maggior forza nella rete) spinge per il sì mentre i sostenitori di Bonaccini sono contrari.
Ad ogni modo la proposta ha i suoi pro e i suoi contro, anche se è abbastanza tardiva.
«Nessuna paura di perdere» e «in linea di principio nessuna contrarietà al voto online, ma dobbiamo essere seri: non possiamo cambiare le regole del gioco in pieno congresso. È come se a fine primo tempo della finale dei Mondiali di calcio si decidesse di non fischiare più il fuorigioco nel secondo tempo».
Lo ha detto Dario Nardella, sindaco di Firenze e presidente nazionale della mozione Bonaccini parlando della proposta di Schlein di voto online per le primarie del Pd. Pone anche una questione di «scarsa trasparenza o malfunzionamenti»: Se una piattaforma per il voto online si costruisce con un’organizzazione e un sistema a prova di bomba può essere un valore aggiunto. Ma non ora, a pochi giorni dal voto: si umilierebbero gli iscritti”.
Il rischio flop? Secondo Nardella, «se favoriamo un confronto vero sui temi e non ci attorcigliamo sulle regole possiamo raggiungere una forte adesione. Io mantengo fiducia e ottimismo e lavoro per portare gente a votare. Per il futuro parliamo pure di voto online ma perché ora che lo statuto è già modificato?».
Basta con «l’ennesima discussione sul nostro ombelico», occorre – incalza il sindaco – mettere «in campo una risposta forte al governo Meloni»: «Il costo del carburante, i tagli alla sanità e le prospettive nere dei tassi di interesse sui mutui rischiano di gettare le nostre famiglie in una situazione drammatica nel 2023. Non possiamo stare qui ad avvitarci sui formalismi».