Donatella Bianchi, candidata presidente alla Regione Lazio per il M5S, ha esposto il suo programma elettorale in un’iniziativa organizzata dal polo progressista alla Società romana nuoto. «Sono orgogliosa di essere l’unica donna candidata e sono orgogliosa che nelle nostre liste ci siamo tante donne. Sono una donna che si candida alla guida di questa Regione e mi sono candidata per rappresentarle».
«La prima cosa da fare arrivata alla presidenza della Regione sarà inevitabilmente occuparmi di rifiuti, c’è un piano rifiuti che deve essere affrontato. Partiamo da lì, rimettiamo a posto una gestione rifiuti che è insostenibile».
«Poi le rinnovabili anche quelle sono un altro tema economico-sociale, perché investire sulle rinnovabili vuol dire ridurre il costo per le famiglie per avere l’energia e questo sarà un altro dei punti obiettivo dei primi 100 giorni. Ci sarà a breve un manifesto con i primi 10 punti dei primi 100 giorni al governo della regione».
«Ringrazio il Polo progressista di sinistra ed ecologista, una forza politica che fa della sinergia con l’associazionismo e i movimenti civici un tratto distintivo e qualificante della propria azione politica, per aver deciso di sostenere la mia candidatura assieme al Movimento 5 Stelle. Il nostro è un incontro sui temi, sui programmi, sulle prospettive, sugli obiettivi. Gireremo insieme la Regione incontrando i cittadini e le cittadine per raccontare in che modo vogliamo trasformare la nostra splendida Regione».
«La presidente Bianchi lavorerà per avere una norma che preveda l’azzeramento del consumo del suolo, con una tempistica ragionevole. O, comunque, le concessioni per le nuove autorizzazioni edilizie dovranno essere motivate dalla disponibilità di aree che non abbiano un interesse o una valenza naturalistica».
«No alle speculazioni, no al cemento, ma in una visione di esigenze e priorità. Il tema è costruire dove ci sono già costruzioni, quindi riqualificare le aree già invase dal cemento, e poi ragioniamo sulle nuove concessioni. Ma – ribadisce – solo dopo aver riqualificato tutto ciò che è stato compromesso e che oggi è in stato di abbandono. Si parte da lì, il resto va nella direzione di ciò che tutti noi aspettiamo da anni, ossia una legge sul consumo del suolo, che, però non riesce a partire. Il Parlamento non riesce a sbloccarla, cominciamo noi come Regione, diamoci degli obiettivi».
«Il Tevere non è solo Roma ma è Lazio e quindi per me sarà un punto programmatico della mia campagna. Le competenze sul Tevere però sono moltissime, ci sono tante realtà e istituzioni che concorrono alla conservazione e alla gestione di questo fiume, un’articolazione che va semplificata – spiega a margine della presentazione – Bisogna avere un quadro chiaro dello stato di salute di questo fiume e affidarsi alla scienza per sapere quali sono gli interventi da fare e come gestirli. Questo non è stato fatto mai».
«Questo fiume – continua – non è mai stato considerato centrale per la città, né in generale. Parigi ha la Senna, così come le altre capitali europee hanno un fiume che viene vissuto e fruito. Qui c’è da fare un discorso di riqualificazione, di gestione e di adattamento per avere un fiume decoroso e che consenta finalmente il ritorno alle attività che peraltro ci sono già intorno. Ancora oggi questo fiume viene considerato una discarica. Basta andare a vedere a Fiumicino dove c’è un problema di rifiuti abbandonati e di navigazione».