Ceccanti (Pd): "Sto con Bonaccini, la scissione? Sarebbe una follia..."
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Ceccanti (Pd): "Sto con Bonaccini, la scissione? Sarebbe una follia..."

Ceccanti (Pd): “Lo abbiamo detto a Orvieto con quella parte delle persone di centrosinistra di Libertà Eguale, realtà plurale, che fanno riferimento al Pd: l'opzione Bonaccini è molto più convincente”.

Ceccanti (Pd): "Sto con Bonaccini, la scissione? Sarebbe una follia..."
Stefano Ceccanti
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18 Gennaio 2023 - 09.38


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Stefano Ceccanti, costituzionalista de La Sapienza, ex parlamentare del Pd e membro dell’assemblea costituente, in un’intervista a Italia Oggi ha parlato del congresso e delle prossime primarie, indicando come “follia” l’ipotesi di una scissione in seno ai democratici. 

“Alcune settimane fa con il gruppo che ha dato vita al documento “Per una vera fase costituente”, gruppo composto da persone che sostengono diversi candidati alla segreteria, quindi trasversale, abbiamo promosso una riunione a cui hanno partecipato tutti e quattro i candidati e il segretario Enrico Letta. Lì tutti hanno convenuto esplicitamente che non ci potesse e non ci dovesse essere un’approvazione definitiva da parte di un’assemblea eletta quattro anni fa e che non aveva ricevuto alcun mandato di quel tipo”.

“È stato fatto un lavoro istruttorio dai componenti del Comitato ed è giusto riconoscerlo. L’Assemblea troverà il modo di farlo proprio in una funzione referente, trasferendolo quindi alla nuova Assemblea eletta con le primarie, la quale anche sulla base delle discussioni di queste settimane con iscritti ed elettori, dovrà avere la funzione deliberante”.

“Un processo costituente è fatto di varie fasi. Non può autoattribuirselo per intero, in senso pieno, un organo, come l’assemblea attuale, che non ne ha il mandato esplicito da parte degli elettori. Può certo avviare un processo, una fase pre-costituente, che però va poi consegnato a un organo elettivo di nuova legittimazione. Così anche sui temi del Manifesto, una volta che conosceremo questa bozza di testo, si potranno confrontare i candidati alla segreteria e quelli all’assemblea con iscritti ed elettori”.

“Da quando il segretario si è dimesso e ha dichiarato che non si ricandida, il Pd è in una sorta di sede vacante, è pressoché impossibile riconoscersi in esso. Per questo il Congresso avrebbe dovuto farsi in tempi ben più brevi. Pur con questi ritmi lenti il Congresso può invertire il processo. Di irreversibile non c’è nulla. Mi sembra in particolare che già negli ultimi giorni con i candidati chiaramente in campo il trend negativo si sia arrestato”.

“Ad oggi il Pd ha già ai fianchi da un lato il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi e dall’altro i 5stelle di Giuseppe Conte, due contendenti molto conflittuali già orientati a ridimensionarci nel 2024, nella prova delle Europee dove il voto sarà proporzionale”.

“La politica non conosce vuoti, una spaccatura ora sarebbe una follia. Anche perché se si creasse un vuoto si potrebbero inserire anche ulteriori proposte nuove e non prevedibili. Alle Europee è spesso accaduto, basti pensare a quello che accadde con l’exploit della lista Bonino e dei Democratici di Romano Prodi nel 1999”.

“Lasciamo il tempo ai candidati di presentare le loro mozioni integrali e così ci faremo un giudizio preciso. Nel frattempo parla soprattutto l’ultimo passaggio, quello delle regionali emiliane. Stefano Bonaccini ha fatto il candidato Presidente, dimostrando un’impronta riformista effettiva e raccogliendo su quella un numero molto elevato di consensi andati al solo Presidente, oltre le liste. Elly Schlein ha rappresentato molto bene uno spicchio significativo di consensi a sinistra del centro. Questa differenza dice già molto”.

“Lo abbiamo detto a Orvieto con quella parte delle persone di centrosinistra di Libertà Eguale, realtà plurale, che fanno riferimento al Pd: l’opzione Bonaccini è molto più convincente”.

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