Stamani in famiglia, sfogliando i giornali e sentendomi parlare al telefono con Giorgio, il figlio di Enzo Carra, a proposito dei tristi problemi burocratici che opprimono ogni familiare a seguito della perdita di un congiunto, mi è stato chiesto come racconterei la perdita di un giornalista, di un notista politico come Carra, attraverso quale immagine.
Dopo qualche minuto di riflessione ho pensato che queste due foto potevano essere la sintesi della cultura di Enzo Carra: per la politica, per il dialogo, per il perdono e per il rispetto delle regole.
La sintesi di questi valori a mio avviso è nella copertina del nuovo ed ultimo libro di Carra. Un libro che si apre con un dialogo tra lui e l’ex magistrato Gherardo Colombo, il magistrato di quel Pool Mani Pulite che oggi in tanti articoli di stampa viene ricordato. Tra i tanti articoli, però, uno più di tutti scende nel dettaglio, quello di Filippo Facci su “Libero”.
Ecco, leggere quell’articolo e poi vedere quella copertina che annuncia il dialogo tra Carra e Colombo, fa pensare. Questo era Carra e quella due foto sono la sintesi perfetta.