Il caso di Alfredo Cospito, l’anarchico al 41bis in sciopero della fame da quasi 4 mesi, ancora tiene banco. Dopo il no del ministro Nordio alla revoca del regime carcerario, Massimo Cacciari ha parlato della questione in un’intervista a La Repubblica.
«Il 41 bis per Cospito è solo una perfetta ingiustizia e una tortura. Nordio non l’ha tolto? Io avrei fatto diversamente. Ma posso capire la sua decisione, perché se le autorità che giudicano la pericolosità di un detenuto condannato in via definitiva danno al ministro indicazioni differenti, è difficile che lui possa ignorarle» aggiunge.
«Non mi risulta che Cospito abbia commesso nuovi reati da 41 bis. E tantomeno sono venute fuori prove di chissà quale fantasiosa capacità da parte di un anarchico in galera di suggerire e dirigere attività criminali da compiere fuori dal carcere» spiega.
«Sono stupito che una persona come Nordio, che ho sempre conosciuto come un garantista, abbia deciso di avallare un simile trattamento, alla stregua dei più pericolosi terroristi e stragisti mafiosi. Che poi Cospito possa minacciare la sicurezza dello Stato è davvero fantapolitico». Il 41 bis «ha una sua logica, giusta o sbagliata che sia. Nasce in una situazione che lo giustifica, in cui era acclarato che i capi di organizzazioni potentissime e stragiste arrivavano a far saltare in aria i Falcone e i Borsellino, dirigendo le loro operazioni pure dal carcere. Era necessario tenerli isolati. È la logica che sostiene la norma. Si può discutere se sia umana o no, ma il ragionamento è fondato».
Un anarchico come Cospito «non è Riina. E il 41 bis è una misura estrema che non può essere usata a capocchia. Più grave è la pena e più dev’essere motivata e usata con estremo rigore e misura». Cospito, che ha gambizzato un dirigente dell’Ansaldo «va punito con pene proporzionate». Cacciari toglierebbe «subito» il 41 bis a Cospito e «dopo si discuterà se questa detenzione va mantenuta, modificata o abolita».