Arturo Parisi, tra i fondatori del Pd, in un’intervista a Il Giornale ha duramente criticato la modalità attuale delle primarie, che porteranno all’elezioni del nuovo segretario il prossimo 26 febbraio.
«Quali sarebbero i metodi migliori che vengono dal passato o sono oggi praticati in altri partiti alla luce del sole? La successione familiare? La gara ai pacchetti di tessere? Le investiture dall’esterno? La designazione più o meno palese del leader, carismatico o padronale che sia? Semmai il problema è che anche dentro il Pd residuano dalle pratiche del passato ancora troppi accordi di caminetto e conseguenti primarie finte».
«Le primarie non sono certo uno strumento miracoloso. Guardi agli Stati Uniti che le praticano da decenni. Con le primarie si scelgono sia i candidati che dopo riusciranno vincitori che gli sconfitti. Ed esattamente come per le elezioni ufficiali quelli che poi risolveranno i problemi del Paese e quelli che li aggraveranno o li lasceranno irrisolti. E tuttavia speriamo che a nessuno venga in mente di eliminare le elezioni: né quelle ufficiali, né le primarie».