La seconda carica dello Stato ci aveva deliziato nel passato con la richiesta di trasformare il 25 aprile non più nel ricordo della Liberazione dai nazi-fascisti ma nel giorno in cui si ricordano i morti di tutte le guerre.
Ci aveva deliziati con il busto del Duce in casa dicendo che era una eredita del padre di cui non voleva disfarsi, anche se adesso dice di averlo dato alla sorella. Ci aveva deliziato rilanciando, da presidente del Senato, un folle progetto militarista secondo il quale alcuni periodi di leva per i giovani potevano valere punteggi più alti ai concorsi o esami abbonati.
Ora dice che un figlio gay lo avrebbe accolto con dispiacere, come se avesse un milanista (lui è interista) in casa. Forse con un figlio gay oggi Ignazio La Russa sarebbe meglio di quello che è. Invece ha solo avuto un padre fascista che gli ha lasciato i busti di quel criminale chiamato Benito Mussolini ed è quello che è.
