Naufragio di Cutro, i parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra italiana hanno presentato un esposto alla procura di Roma per chiedere che che si indaghi su quanto accaduto, pronti a costituirsi parte civile in un processo. Nel documento – sottoscritto da 10 parlamentari tra cui il capogruppo al Senato, Giuseppe De Cristofaro, la senatrice Ilaria Cucchi e il deputato Nicola Fratoianni – si chiede «che si compiano tutte le necessarie indagini» e che se venisse riconosciuta un’ipotesi di reato «i responsabili vengano perseguiti e puniti a norma di legge, con riserva di costituirsi parte civile».
In particolare, si chiede di «approfondire se vi siano state disposizioni ministeriali che abbiano impedito l’uscita in mare della Guardia costiera», perché «non si può escludere che esista anche una responsabilità superiore considerato che la Guardia costiera dipende dal ministero dei Trasporti, mentre il ministero degli Interni è diventato il `super coordinatore´ di sbarchi e soccorsi dei migranti.
Dopo aver ricostruito i fatti avvenuti al largo di Cutro nei giorni scorsi, e i vari passaggi e dichiarazioni resi dalle parti coinvolte, l’esposto sottolinea che «a parere degli scriventi, la barca che trasportava 200 migranti in pericolo è stata trattata come un caso di immigrazione illegale e non come un evento di ricerca e soccorso urgente (Sar), stanti anche le avverse condizioni meteo. E questo non è un dettaglio da poco».
I parlamentari inoltre ricordano che le operazioni Sar «sono il compito principale della Guardia costiera, che ha in dotazione le motovedette classe 300 e 800. Mezzi in grado di affrontare qualsiasi mare, praticamente inaffondabili». Infine, sull’imbarcazione che trasportava migranti rimarcano: «Una piccola barca sovraccarica, soprattutto in un mare che ha costretto due navi militari a tornare indietro, non può che essere in pericolo» e concludono: «L’evento doveva dunque essere classificato immediatamente come caso Sar».
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