«Le indiscrezioni apparse su alcuni organi di stampa relative a una convocazione a Palazzo Chigi del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e a presunte divergenze sulla linea interna al Governo sull’immigrazione, sono letteralmente inventate e dunque destituite di ogni fondamento». È quanto si legge in una nota di palazzo Chigi.
Le indiscrezioni circolate nella mattinata
Giorgia Meloni ha convocato a Palazzo Chigi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per un chiarimento sulle bruttissime frasi pronunciate dopo il naufragio al largo di Cutro che ha portato la morte di oltre 70 persone. C’è quindi tensione nel governo Meloni, con la presidente del Consiglio che chiederà a Piantedosi di bloccare il decreto che prevede una stretta sull’accoglienza dei migranti. Una decisione mediatica e di facciata, visto che il pugno duro del governo di destra contro i migranti e le Ong non verrà di certo messo in discussione da Giorgia Meloni, ma le improvvide frasi del ministro dell’Interno hanno messo in grande imbarazzo l’esecutivo. Ecco spiegato il lungo silenzio della leader di Fratelli d’Italia.
Tajani chiama in causa l’Europa
«L’emergenza migratoria, dai vari fronti caldi di crisi, è il problema più grande che dovremo affrontare nei prossimi anni, forse decenni. E l’Italia, al di là delle speculazioni o delle polemiche politiche interne, non può farlo da sola». Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Il ministro sottolinea che «abbiamo salvato migliaia e migliaia di vite, e tutti gli italiani lo sanno»: Guardia di Finanza e Guardia costiera «nel 2022 hanno fatto 1.170 interventi di law enforcement, in cui hanno recuperato 38.507 migranti, e 917 interventi di search and rescue, con 57.028 migranti soccorsi». Sul naufragio di Cutro «la magistratura farà il suo lavoro, si vedrà se esistono responsabilità o se, come credo, è stata una tragica, terribile fatalità».
Tajani definisce il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi «una persona perbene», «un uomo scrupoloso, attento, che ha affrontato tante crisi, che lavora su ogni aspetto», non c’è «nessun dubbio. E siamo compatti». Quando gli viene chiesto se comprenda le ragioni di chi parte, anche rischiando la vita, risponde che «umanamente certo che le comprendo. Ma una politica seria deve fare un passo avanti e capire quello che si può fare per arginare e risolvere un problema immenso». «Esistono almeno due piani di intervento» e «uno è quello che possiamo fare noi come Paese», afferma il titolare della Farnesina, ricordando «siamo stati, sia io che Meloni, più volte in Africa e nel Mediterraneo per siglare accordi, per sbloccare aiuti soprattutto per la Tunisia». Ma «serve molto di più»: «serve l’Europa, in primo luogo. Serve l’Onu. Serve il Fondo monetario».
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