Basta riportare il calendario indietro di qualche mese e si vedrà come Salvini e Meloni non perdevano occasione di attaccare la ministra Luciana Lamorgese per ogni stormir di foglie.
Uno sbarco? Colpa di Luciana Lamorgese. Aumentavano le partenze dalla Tunisia per la crisi economica-sociale scoppiata un paio di anni fa? Colpa della Lamorgese. Migranti a Lampedusa? Colpa di Lamorgese.
Senza poi considerare che un minimo problema di ordine pubblico diventava un attacco a testa bassa contro il Viminale, descritto come un covo di incapaci perché al vertice c’era Luciana Lamorgese.
Ora è arrivato il prode Piantedosi che oltre a far danni ogni volta che apre bocca si sta dimostrando incapace.
Dalle linee guida sulle Ong (quella della tristemente nota frase sul ‘carico residuale’) poi rimangiate dopo l’incidente diplomatico con la Francia (e gli attacchi di Germania e Spagna) al decreto anti-rave scritto con i piedi e modificato dopo le polemiche, al record di sbarchi (soprattutto dalla Tunisia) e disorganizzazione dell’accoglienza, al naufragio di Cutro per il quale non è stato ancora spiegato chi sia stato a prendere la decisione di non mandare la Guardia Costiera a soccorrere il caicco in difficoltà, fino a Napoli messa a ferro e fuoco per la presenza, largamente annunciata, degli ultras tedeschi.
Quindi Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno due strade: o fanno dimettere Piantedosi o chiedono scusa a Luciana Lamorgese.
Sarebbe molto più dignitosi che nascondersi dietro alla Wagner, all’Europa, a Frontex, al destino cinico e baro e alla fame in Tunisia.
Oppure dimettetevi tutti per manifesta incapacità
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