Quando Salvini e Meloni non volevano il reato di tortura e non condannavano le violenze sui detenuti
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Quando Salvini e Meloni non volevano il reato di tortura e non condannavano le violenze sui detenuti

Le immagini del carcere di Santa Maria Capua Vetere dimostrano uno scenario "egiziano". Grave quando la politica non condanna.

Quando Salvini e Meloni non volevano il reato di tortura e non condannavano le violenze sui detenuti
Salvini e Meloni
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24 Marzo 2023 - 15.55


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Quello che accade negli Stati autoritari a qualcuno non insegna nulla, quello che accadde durante il G8 di Genova qualcuno lo ha rimosso in fretta, quello che accade attualmente in Egitto come in Libia e in tanti posti del mondo nei quali i diritti umani sono un optional, interessa poco. 


Eppure le immagini della “spedizione punitiva” di un gruppo di agenti della polizia penitenziaria contro i detenuti rese note nei mesi passati non sono degne di un Paese civile e democratico come il nostro che non a caso già nella Costituzione stabilisce che il carcere non deve essere una vendetta, ma tendere alla rieducazione dei condannati.


Ovviamente – è il caso di dirlo subito- questo terribile episodio non va confuso con l’intero operato della polizia penitenziaria, che notoriamente svolge un lavoro molto delicato, anche a fronte di rischi personali.
Quello che è assolutamente intollerabile è che neppure davanti a conclamati episodi di abusi, a inchieste giudiziarie che fanno emergere scenari inquietanti la nostra estrema destra, quella che sogna i pieni poteri e aspira ad andare al governo ritiene di dover prendere le distanze. Eppure condannare i pochi significherebbe tutelare i molti ossia coloro che non usano la divisa per perpetrare abusi ma rispettando le leggi con onore.
Il tentativo della Destra è chiarissimo: cercare di garantirsi quel bacino elettorale (forze di polizia, forze armate e le loro famiglie) presentandosi come coloro che danno e daranno la totale copertura politica.


Un aspetto nulla affatto marginale in un contesto di democrazie fragili, di derive illiberali e autoritarie (Ungheria e Polonia sono esempi che abbiamo in casa) che mettono in discussione lo stato di diritto e ripropongono il tema dei corpi separati, ossia le forze di Polizia alle quali è consentito tutto pur di reprimere ora i detenuti e domani il dissenso.


Non è un caso che in queste ore Salvini e Meloni abbiano pubblicamente espresso solidarietà alla polizia penitenziaria dopo gli arresti e abbiano taciuto sulla barbarie che è emersa dalle indagini e resa evidentissima dai video.


Se questa è la Destra- ed è la nostra destra- un problema democratico si presenta in maniera evidente. Sottovalutare, far finta di nulla o minimizzare non è la via migliore.
Le forze democratiche dovrebbero pensarci bene. Perché il precipizio non è così lontano.

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