Codice degli appalti, l'Anticorruzione: "Il governo preferisce la velocità alla trasparenza..."
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Codice degli appalti, l'Anticorruzione: "Il governo preferisce la velocità alla trasparenza..."

Giuseppe Busia, presidente Anac: "Il nuovo codice degli appalti? Concentrarsi solo sulla velocità rischia di andare a discapito di trasparenza, concorrenza, tutele dei lavoratori e in definitiva della qualità delle opere pubbliche".  

Codice degli appalti, l'Anticorruzione: "Il governo preferisce la velocità alla trasparenza..."
Giuseppe Busia, presidente Anac
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30 Marzo 2023 - 10.11


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Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, rincara la dose contro il nuovo codice degli appalti varato dal governo Meloni. In un’intervista a La Repubblica, Busia ha sottolineato gli evidenti problemi del nuovo codice voluto da Matteo Salvini.

«Il vero punto non è costruire una scuola qualsiasi o una strada qualsiasi, nei tempi più rapidi possibile, ma costruire buone scuole e buone strade. Concentrarsi solo sulla velocità rischia di andare a discapito di trasparenza, concorrenza, tutele dei lavoratori e in definitiva della qualità delle opere pubbliche».  

«Se le regole sono buone, ma si modificano le soglie così da applicarle solo a una minima parte degli appalti, vengono in realtà svuotate», dice. «Il codice trasforma in regola quelle che prima erano deroghe emergenziali, perdendo di vista quello che ci chiede l’Europa».

«Ci sono elementi positivi – spiega Busia -, come un profondo investimento nella digitalizzazione delle gare. Ma anche elementi negativi, a cominciare dal sacrificio della trasparenza. È giusta l’enfasi sui tempi – troppo lunghi – ma procedere per affidamento diretto non è la strada: rischia di escludere le imprese migliori, danneggiando la Pubblica amministrazione, le aziende e i cittadini».

Teme che i Comuni affidino i lavori all’amico dell’amico? «Sì, vedo il rischio – risponde Busia -. Specie per gli affidamenti diretti sotto i 140 mila euro, dall’acquisto delle sedie ai lavori per imbiancare la scuola. Potrebbero essere chiamate le persone più vicine al dirigente, al sindaco o all’ assessore. E ridurre la trasparenza aumenta i rischi corruttivi – sottolinea – , specie ora che le risorse sono tante».

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