Gianni Cuperlo, in un’intervista a La Stampa, è tornato sulle vergognose dichiarazioni di Ignazio La Russa sull’attentato di Via Rasella, chiedendo agli esponenti dell’opposizione di abbandonare l’aula quando il presidente del Senato si trovasse a presiedere la seduta. «Le opposizioni dovrebbero uscire dall’Aula ogni volta che la presiede La Russa e i vice presidenti non espressi dalla maggioranza dovrebbero dimettersi dalla carica. Così vediamo che fa».
«Perché quando il presidente del Senato derubrica via Rasella ad un attentato a `una banda musicale di semi pensionati´ certifica di essere una figura inadeguata a ricoprire quell’incarico. Le scuse, espresse in maniera e misura goffe, non riparano lo sbrego istituzionale e la ferita che ha prodotto. Sull’episodio credo Edith Bruck abbia speso frasi definitive, `La Russa mente sapendo di mentire e lancia una sfida, cosciente di rimanere impunito´. Per questo non è perdonabile».
Ma lui non ha intenzione alcuna di farsi da parte: «Penso sia un atto dovuto essendo quelle sue frasi incompatibili con la seconda carica dello Stato. Di chi un domani potrebbe svolgere funzioni di supplenza del presidente della Repubblica. Io non mi sentirò mai rappresentato nella più alta magistratura della repubblica da un fascista orgoglioso di esserlo. E il fatto che Giorgia Meloni archivi l’episodio come una `sgrammaticatura istituzionale´ dice molto dell’anima di questa destra e del culto vivente della `fiamma´ insediata a Palazzo Chigi».
«Non rimuovo che a Palazzo Madama una frangia dell’opposizione lo votò con lo scudo della segretezza, oggi penso che chiunque abbia partecipato alla sua elezione dovrebbe provare un senso di imbarazzo. Vadano alle Fosse Ardeatine o alla Risiera di San Sabba e dinanzi a quei luoghi interroghino la loro coscienza. Questa destra vorrebbe piegare il passato, anche quello più tragico, a un riscatto delle ragioni sciagurate di chi ha trascinato l’Italia in una pagina buia», ha concluso Cuperlo.
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