Un potente uomo d’affari russo, figlio di un oligarca russo, implicato in una storia di reati internazionali e con un mandato d’arresto degli Stati Uniti sulla testa. Come non immaginare (come poi è affettivamente accaduto) che il figlio dell’oligarca russo non avesse i mezzi per far arrivare in Italia un team di mercenari della sicurezza che lo facessero fuggire in Russia?
«Ogni giorno sulla vicenda di Artem Uss emergono particolari che gettano una luce inquietante sull’operato del governo. Sembra evidente ormai che si sia di fronte ad una serie incredibile di errori, nella migliore delle ipotesi ad una sottovalutazione della delicatezza del caso. Il governo, ancora una volta, di fronte alla propria inadeguatezza, cerca di scaricare la responsabilità su altri. Oggi tocca alla magistratura. Colpisce che, anche questa volta, il ministro Nordio non si assuma la responsabilità di quanto evidentemente ricade in capo al proprio ministero. Facile ora chiedere una ispezione, più difficile sarà spiegare l’ennesima brutta figura».
Così in una nota Debora Serracchiani, responsabile Giustizia nella segreteria Pd.