Il governo Meloni continua a stringere lo spazio di manovra per chi fa accoglienza per i migranti, oltre a rendere più complessa la burocrazia per i richiedenti asilo. Un modo per scrollarsi di dosso le proprie responsabilità e rovesciare altrove il problema. E’ questa l’opinione di Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, intervistato da La Stampa.
«È tempo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Se il governo pensa di abbandonare la via ordinaria dell’accoglienza, quella diffusa, per intenderci, per realizzare grandi strutture, allora venga a confrontarsi. Se avessimo gestito così l’accoglienza dei profughi ucraini, la situazione sarebbe esplosa».
«Lo stesso governo – aggiunge il governatore – non sta facendo nulla per far funzionare l’accoglienza, né per distribuire in modo equo e condiviso gli arrivi. Ho posto da mesi la questione, si è preferito non rispondere e ignorare il problema».
«Cancellare la protezione aggiuntiva non produrrà né una diminuzione degli sbarchi, né un aumento dei rimpatri e neppure una gestione efficace dell’accoglienza. Che sono invece le tre priorità che il governo deve affrontare. La sensazione è che non ci sia una bussola. Dopo aver urlato per anni `basta sbarchi´ e `prima gli italiani´, la destra al governo si ritrova con molti più sbarchi ed è costretta a chiedere una mano all’Europa, contro cui ha spesso lavorato. È da questa difficoltà che nascono scorciatoie maldestre come cancellare la protezione speciale».
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