Da una parte la difesa del 25 aprile ma dall’altra gli sfondoni storici da bravo esponente di quella parte di Democrazia Cristiana che ha sempre guardato più a destra che altrove anche se adesso Casini è ancora in Parlamento grazie al Pd.
«La Resistenza è stata un fenomeno collettivo, dovuto ai comunisti, ai cattolici, agli azionisti, ai liberali, un arco composito di forze, nessuno ne ha il monopolio». Così Pier Ferdinando Casini intervistato dalla Stampa.
«La sinistra ha cercato di averlo e finché c’è stata la Dc non lo ha avuto, ma oggi se si continua così, rischia di essere un regalo che gli fa la destra – aggiunge – Poi, che negli anni successivi alla Resistenza ci siano stati fenomeni anti-democratici da parte dei comunisti è acclarato. Certo, ricordare quei fatti è doveroso, ma non è che ogni volta che c’è il 25 aprile bisogna cercare fattori divisivi, è il momento dell’unità non delle divisioni. Chi ha responsabilità istituzionale deve cercare elementi di unità».
«Tutti noi che abbiamo più responsabilità dovremmo avere un supplemento di intelligenza e consapevolezza storica. Ma purtroppo non sempre capita. Io sono stato dopo la fine della prima repubblica in una coalizione di centrodestra. Ma era la coalizione del discorso di Berlusconi a Onna, di Fini che definisce a Fiuggi il fascismo male assoluto…», afferma e aggiunge: «Ho il timore e la sensazione che la destra che sta al governo, invece di andare avanti su quel terreno, stia rischiando di andare indietro».
C’è da dire che l’affermazione di Casini secondo la quale “negli anni successivi alla Resistenza ci siano stati fenomeni anti-democratici da parte dei comunisti è acclarato” è una falsità storica e politica. Forse Casini si riferisce a singoli e isolati episodi sui quali Giampaolo Pansa dopo la virata a destra scrisse libelli propagandistici dall’infimo valore storico.
Perché la storia dice altro: Togliatti ministro della Giustizia nel primo governo del dopoguerra concesse l’amnistia ai fascisti (anche se le burocrazie fasciste la utilizzarono per andare ben oltre le intenzioni del governo) alla ricerca della pacificazione dopo la Resistenza. Lo stesso Togliatti, gravemente ferito nell’attentato commesso da un fanatico di destra, bloccò sul nascere la rivolta popolare scoppiata dopo la notizia perché il Pci era parte integrante della repubblica democratica antifascista che si riconosceva nella Costituzione e non c’erano altri percorsi se non quello democratico.
Togliatti prima emarginò e poi liquidò l’ala del partito che si riconosceva in Secchia e nella quale sopravviveva qualche fermento rivoluzionario.
Al contrario il Pci e i comunisti, che avevano avuto un ruolo significativo nella Liberazione del paese, furono quasi subito discriminati ed emarginati dai ruoli pubblici mentre militari, forze dell’ordine e magistrati fascisti vennero reintegrati nei loro posti. Senza dimenticare tutte le volte che la polizia sparò contro i lavoratori e più avanti il ruolo del Pci di Pecchioli e Berlinguer nel difendere la democrazia dai tentativi golpisti, dallo stragismo fascista protetto dai servizi segreti e dal terrorismo brigatisti.
In altri termini: bene che Casini difenda il 25 aprile ma non dica altre eresie.