Calenda ancora contro il Pd: "Schlein di estrema sinistra, basta con la guerra al fascismo"
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Calenda ancora contro il Pd: "Schlein di estrema sinistra, basta con la guerra al fascismo"

Calenda: "Elly Schlein sta portando il suo partito in una posizione estrema a sinistra, la Meloni resta in una situazione estrema a destra. C'è un centro di elettori a cui bisogna parlare". 

Calenda ancora contro il Pd: "Schlein di estrema sinistra, basta con la guerra al fascismo"
Carlo Calenda
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24 Aprile 2023 - 10.42


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Carlo Calenda, in un’intervista a Skytg24 ha criticato la neo segretaria del Pd Elly Schlein che, secondo il leader di Azione, ha spostato il partito su posizioni estreme. «La distanza con Schlein è siderale nel merito. Sul salario minimo non ho ancora visto una proposta della Schlein… Non mi convince quello che intende fare. Non possiamo restare altri cinquant’anni a fare le guerre su cosa era fascismo. Sta portando il suo partito in una posizione estrema a sinistra, la Meloni resta in una situazione estrema a destra. C’è un centro di elettori a cui bisogna parlare». 

Calenda si è poi soffermato sul 25 aprile e sull’incapacità del governo Meloni di dirsi antifascista. «Al di là delle parole di La Russa che ogni volta che parla dice qualcosa di sbagliato, spero che il governo si riconosca nel fatto che le istituzioni repubblicane nascono dalla Liberazione, la Meloni è lì perché ci sono istituzioni democratiche nate dalla Liberazione. Non capisco perché lo faccia, forse non era la persona adatta per essere la seconda carica dello Stato», ha aggiunto.

«In Italia assolutamente non esiste il pericolo di un ritorno del fascismo. L’Italia tendenzialmente è paese in cui non si riesce a fare niente, un paese anarchico. Esiste il pericolo che il fascismo venga considerato culturalmente, ma per ragioni di ignoranza, una dittatura morbida, dove in fondo l’unico errore di Mussolini è stato quello di allearsi con Hitler. Questo è il problema, c’è un problema culturale col fascismo che va combattuto a scuola, dando un senso alle istituzioni repubblicane, portando i ragazzi a capire cose è stato».

Calenda è tornato poi sulla rottura con Italia Viva. «Non penso che Matteo Renzi sia un mostro, penso che siano stati 20 giorni di attacchi continui a cui io non ho risposto. Alla fine è successo che la situazione è degenerata. Io non avevo altro interesse se non di farla funzionare, avevo messo la mia faccia Agli attacchi ho risposto una volta e ho fatto con un post sbagliato, i toni erano troppi forti. Quello mi è uscito male, è stato l’unico attacco personale», ha aggiunto.

Il leader di Azione ha poi concluso commentando la scelta di Luigi Di Maio come inviato nel Golfo per la Ue.

«Di Maio? Io non lo avrei scelto. Lo ha scelto Borrell. A Di Maio ho visto prendere ogni posizione politica in vista del proprio interesse personale, il che non penso che sia consono a quel tipo di ruolo. Non lo avrei scelto ma non faremo una battaglia: se va bene a Borrell… Non penso sia la personalità adatta per quel ruolo che a un certo punto venne rivestito da Tony Blair».

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