Elly Schlein non ha ancora fatto dichiarazioni ufficiali sull’uscita di Enrico Borghi dal partito. Il mantra della segretaria rimane: testa e cuore all’agenda politica. A cominciare dal Pnrr passando per il Def e la battaglia per la sanità pubblica. Stando a quanto riporta l’Agi, chi ha avuto contatti con la leader dem in queste ore racconta di una Schlein «stupita e non preoccupata» per l’addio dell’esponente dem.
Ogni posizione politica presa dal partito è stata concordata prestando massima attenzione alle varie sensibilità presenti nel Pd, è il ragionamento: dal termovalorizzatore, sul quale Schlein non era d’accordo, alla guerra in Ucraina alla gestazione per altri. Per questo l’addio di Borghi e, ancora di più, le argomentazioni che hanno accompagnato l’uscita del senatore dal Pd hanno spiazzato la segretaria. Una sorpresa che, a bene guardare, percorre tutto il Partito Democratico. Un esponente della segreteria dem, ad esempio, ricorda che Enrico Borghi era considerato «il cantore dell’era Letta» e aveva tenuto posizioni molto critiche contro Matteo Renzi e Italia Viva, fino a pochi mesi fa. Nessuno, insomma, attendeva uno strappo da parte sua. E dopo Borghi, altri potrebbero uscire.
Gli esponenti nativi del Pd guardano alle mosse di Matteo Renzi, sicuro che stia preparando una «fuga dal Terzo Polo», con la formazione di gruppi autonomi alla Camera e al Senato. Per farlo avrà bisogno di altri innesti. L’uscita di Caterina Chinnici dalla delegazione dem a Bruxelles per approdare a Forza Italia viene derubricata da diverse fonti come «rumor». Alla delegazione dem non è arrivata finora alcuna comunicazione ufficiale. A Roma, fonti parlamentari Pd non escludono che si possa trattare di una voce alimentata ad arte dal presidente di Italia Viva per creare confusione nel partito.
