Calenda torna sul divorzio da Renzi e critica ancora il Pd: "Non si può andare in piazza per tutto"
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Calenda torna sul divorzio da Renzi e critica ancora il Pd: "Non si può andare in piazza per tutto"

Calenda critica Pd e sindacati: "Le pare ci possa essere una polemica sul fatto che il primo maggio si tagliano le tasse ai lavoratori? È una cosa poca seria. È un modo di fare politica poco serio”.  

Calenda torna sul divorzio da Renzi e critica ancora il Pd: "Non si può andare in piazza per tutto"
Carlo Calenda
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4 Maggio 2023 - 10.00


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Carlo Calenda, in un’intervista a Rtl102.5, è ritornato sul recente divorzio con Matteo Renzi, chiudendo di fatto l’idea di un partito unico. Il progetto del Terzo Polo “non è stato un errore. C’è coerenza di contenuti, infatti abbiamo i gruppi insieme in Parlamento. E’ venuta però meno la promessa fatta agli elettori, ovvero che non si parlasse di un cartello elettorale ma della nascita di un grande partito liberaldemocratico”.  

“Renzi questa cosa non l’ha voluta fare, ne prendo atto», ha aggiunto Calenda, sottolineando che l’ex alleato «non si è detto disponibile a sciogliere Italia Viva, e questo è un problema, perché non si può far nascere da due partiti tre partiti”.

Calenda ha poi parlato, come di solito gli succede, del Pd. In modo critico. “Non si può andare in piazza per ogni cosa. Fai delle proposte in Parlamento: io ho mandato delle proposte all’opposizione come sul salario minimo e sanità, lavoriamo su quello. Altrimenti diventa il solito scontro ideologico. Le pare ci possa essere una polemica sul fatto che il primo maggio si tagliano le tasse ai lavoratori? È una cosa poca seria. È un modo di fare politica poco serio”.  

Il leader di Azione è entrato nello specifico del recente decreto sul lavoro varato dal governo Meloni. “Siamo alle prese con il decreto legge sul lavoro, che ha cose positive e cose che vanno radicalmente cambiate. Positivo è il taglio del cuneo fiscale, quello che funziona meno bene – stando alle bozze – è la mancanza di un salario minimo garantito. Questo è importante perché se dici meno reddito di cittadinanza, cosa su cui siamo d’accordo, bisogna però sanare il fatto che c’è chi lavora a 4 euro e mezzo l’ora”.

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